Penalizzato da un leggero rialzo del dollaro, l’oro cedeva a inizio dicembre 2,17 % a 1224,4 dollari.
Già in novembre aveva già avuto un mese difficile, perdendo il 5,26 % (il peggior risultato da giugno, quando aveva perso 11 %). Dal 1. gennaio 2013, il metallo prezioso ha perso il 26,74 %
.

Un calo dovuto principalmente all’indifferenza degli investitori istituzionali, che tradizionalmente puntavano sull’oro investendo nei prodotti finanziari addossati a stock di oro fisico.
Da gennaio vendono i loro investimenti e la parte di oro fisico detenuta da questi prodotti finanziari è passata dalle 2’800 tonnellate di gennaio alle attuali 2’000 tonnellate.

“Questi investitori ritengono che non sia più giustificato sottoscrivere un’assicurazione investendo nell’oro, perchè l’economia mondiale si sta normalizzando e la crisi dei debiti sovrani è finita – spiega Raphaël Dubois, gestore di fondi presso Edmond de Rothschild AM.

Inoltre, il tapering della Federal Reserve americana (la riduzione della politica monetaria del Quantitative easing) ha fatto salire i tassi dei prestiti di Stato americani, rendendoli più attraenti rispetto all’oro.
Gli investitori pensano che il cambiamento di politica della Fed dovrebbe far salire il corso del dollaro, il che tradizionalmente penalizza il prezzo dell’oro.

“La richiesta di oro proveniente dall’India ha rallentato – sottolinea Benjamin Louvet, responsabile della gestione delle materie prime presso la società francese Prim Finance. Per frenare il suo deficit commerciale e limitare gli acquisti di oro, l’India ha adottato diverse misure vincolanti.
“Al contempo è diminuita la richiesta delle banche centrali mondiali, mentre la produzione di oro è aumentata – aggiunge Louvet.

Per contro proseguono gli acquisti dei privati di monete e lingotti d’oro. Stando ai dati di Commerzbank, in ottobre la Cina ha importato 131,2 tonnellate d’oro, cinque volte di più rispetto al mese di ottobre 2012.

Secondo gli analisti di Goldman Sachs, il calo del corso dell’oro è destinato a proseguire e nei prossimi 12 mesi dovrebbe arrivare a 1’100 dollari l’oncia.