Scuola media di Lugano centro. Mi riceve la prof. Alexandra Fulgente-Schaertlin, che insegna Storia e presiede il Collegio dei docenti. Vi chiederete: perché mai vado da lei? Facile, per intervistarla sul casus belli innescato dalla “decisione” del DECS sulla nuova sede di questa scuola, con i suoi 275 alunni dagli 11 ai 15 anni. La presidente individua lucidamente tutte le manchevolezze del “progetto” dell’on. Bertoli ma, nel contempo, esprime un’encomiabile disponibilità al dialogo. Per dialogare, si sa… bisogna essere in due (mio commento personale). Un’intervista di Francesco De Maria. 

Professoressa, questa della Scuola media di Lugano centro non è una storia vecchia?

Alexandra Fulgente-Schaertlin   Lo è, infatti. Ma è a fine estate di quest’anno che il progetto del dipartimento si è palesato. Infatti le intenzioni dell’on. Bertoli sono state annunciate  in agosto. Una “soluzione” che ai nostri occhi di operatori della scuola e delle famiglie dei nostri alunni è apparsa subito poco logica e migliorabile. Abbiamo quindi cercato di far sentire la nostra voce  con una azione incisiva.

E allora?

AFS   Allora abbiamo deciso di “esternare” la nostra viva preoccupazione ed è nata in noi l’idea della petizione, elaborata il 13 novembre, congiuntamente, dal Collegio dei docenti dell’Istituto e dall’Assemblea dei genitori. Termine per la raccolta delle firme, il 10 gennaio 2014.

Ne avete già molte?

AFS   Più di tremila. E continuano a entrare, giorno dopo giorno.

Una petizione, si sa, non è uno strumento vincolante…

AFS   Legalmente non lo è, ma l’opinione di tanti docenti, genitori e luganesi conterà pure qualcosa! Speriamo anche nel sostegno delle autorità cittadine. Parecchi politici di rilievo hanno già assicurato il loro appoggio alla nostra “iniziativa”.

Che cosa pensa della mozione Badaracco-Viscardi?

AFS   Che nei suoi contenuti si avvicina molto alla nostra petizione! È un appoggio importante, che potrà avere un peso notevole. Osservo che si tratta di un atto politico di ambito cantonale, poiché è la mozione di due granconsiglieri luganesi rivolta al Consiglio di Stato.

Veniamo al punto essenziale, cioè al progetto dell’on. Bertoli. Che cos’ha che non va?

AFS   Direi in primo luogo la tempistica che risulterebbe estremamente penalizzante per i nostri allievi. La prospettiva per loro è di passare (almeno!) sette anni nei prefabbricati, in pratica dei container. E questo perché? Perché la scuola dovrà lasciare il secondo piano del Palazzo degli studi, che occupa da decenni e che ha ereditato dal Ginnasio, per permettere al palazzo stesso di ristrutturarsi: lavori importanti, stimati in parecchi milioni di franchi. Al termine dei lavori l’edificio verrà interamente occupato dal liceo il che implica per la scuola media una nuova sede.

Ciò che non appare più logico è che, se in un primo tempo era previsto il rientro nell’edificio anche della scuola media e quindi una soluzione transitoria, pur disagevole, si giustificava, ora invece non ne vediamo il senso. Per questo chiediamo di invertire le tempistiche, costruendo prima la nuova sede, permettendo così un unico trasloco. Il risparmio finanziario che ne deriverebbe, tra l’altro, non è trascurabile. Siamo convinti che l’attuale situazione di disagio, da noi finora condivisa con il liceo, se protratta per pochi anni ancora, sia ampiamente più sopportabile di quella che  il progetto attuale prevede per gli allievi delle medie.

Sette anni nei container! Comprensibilmente le famiglie degli alunni, presenti e futuri, sono insorte. E i loro docenti, pure. È tutto?

AFS   No, purtroppo. Costruire un edificio scolastico davanti alla facciata del Palazzo degli studi, nell’area dell’attuale campo sportivo tra la palestra vecchia e la Biblioteca cantonale, dal punto di vista urbanistico, estetico e ambientale è quantomeno discutibile, e va a toccare la sensibilità di molti luganesi. Con un volume così importante, basterebbe una simulazione al computer per rendersene conto, la visione della nobile facciata del 1904 dai viali del parco Ciani ne sarebbe impedita e deturpata.

C’è dell’altro?

AFS   Sì. Il progetto, che prevede una scuola per 250 allievi, è anche nettamente sottodimensionato. Già da più di un decennio la sede conta una media di quasi 280 allievi. Le nostre proiezioni indicano la necessità di un centinaio di posti in più. Dunque: anni e anni di grave disagio per raggiungere… una soluzione inadeguata!

Deve pur esserci qualcosa di meglio, non crede? Che cosa propone la vostra petizione?

AFS   Noi proponiamo, in sintesi:

  • una soluzione esterna all’area del parco Ciani, che è già sovraffollata
  • una ristrutturazione dell’ex Macello, che il Municipio stesso aveva offerto a suo tempo, integrata in un campus di scuola dell’obbligo: media + elementari Lambertenghi + scuola dell’infanzia. Anche in questo caso vediamo proprio nelle sinergie con gli altri gradi della scuola dell’obbligo una piena giustificazione di questa ubicazione. Al contrario le sinergie auspicate con le scuole superiori e la biblioteca cantonale sono a nostro avviso impraticabili.
  • la realizzazione completa della nuova sede di scuola media, seguita dalla ristrutturazione del Vecchio Palazzo

Una soluzione ragionevole e praticabile. Mi permetto di aggiungere che, quando l’on. Bertoli dice – nella sua intervista alla Regione – “la Media deve trovare la sua collocazione all’interno del comparto”, cioè tra la palestra vecchia e la biblioteca, io mi domando: perché? Sembra un punto fermo e indiscutibile. Ma perché? La nostra non vuole essere una sterile contrapposizione, ma un concreto contributo al miglioramento della visione dipartimentale, che tenga adeguatamente conto degli stimoli provenienti dai protagonisti del mondo scolastico.

La vostra petizione tiene conto del fatto che il Macello… è occupato?

AFS   Tutti lo sanno ma io penso che per il bene dei nostri ragazzi esso potrebbe senz’altro liberarsi. Ai miei occhi si tratta di una questione risolvibile con un impegno condiviso a trovare una soluzione idonea per gli attuali fruitori.

E adesso?

AFS   Con l’anno nuovo ci attende un grande impegno. Raccogliere il maggior numero possibile di firme, incontrare governo, parlamento ed eventuali commissioni, fare appello all’opinione pubblica attraverso i media e, in particolare, i moderni portali. I miei colleghi sono motivatissimi e i genitori, la cui assemblea è presieduta dalla signora Manuela Becker, lo sono, se fosse possibile, ancora di più.

Potremmo dire che vogliamo contrastare una soluzione cattiva e penalizzante ma, lo ribadisco, unico e genuino scopo della nostra mobilitazione è quello di arrivare alla miglior soluzione possibile! Ci guardiamo attorno e costatiamo che la condivisione e il sostegno alla nostra azione non mancano, il che conforta la nostra convinzione di avere delle buone ragioni. Adesso si tratta soprattutto di coordinare, affinché l’efficacia sia massima. Non chiediamo miracoli, abbiamo fiducia. Anche la politica può – se lo vuole! – trovare la via della ragione.

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