Dal portale dell’UDC Ticino


Gli avversari dell’iniziativa “contro l’immigrazione di massa” hanno ripetuto, il 17 dicembre 2013, le loro affermazioni banalizzanti e ingannevoli. Perfino il Consiglio federale ha dovuto ammettere  recentemente che sempre più persone vengono in Svizzera senza contratto di lavoro e che l’assicurazione-disoccupazione svizzera deve pagare fin dal primo giorno se l’immigrante ha lavorato in precedenza durante 12 mesi in un qualsiasi paese dell’UE.  

Le risposte del Consiglio federale agli interventi e domande delle consigliere nazionali   Sylvia Flückiger e Yvette Estermann sono perfettamente chiare:

  • citazione della risposta del Consiglio federale all’interpellanza Flückiger “Secondo l’articolo 2 paragrafo 1 dell’allegato I ALC, i cittadini UE/AELS alla ricerca di un impiego possono entrare in Svizzera senza disporre di contratto di lavoro valido.”
  • sempre più cittadini dell’UE entrano in Svizzera per cercare un lavoro. Nel 2012, sono stati rilasciati più di 4’000 permessi di soggiorno di breve durata per la ricerca di un impego e la tendenza è al rialzo. Una parte di queste persone riceve perfino l’assistenza sociale nei cantoni e nei comuni! Il Consiglio federale deve tuttavia ammettere di ignorare l’estensione di questo problema.
  • dei salariati UE in Svizzera possono ricevere delle indennità di disoccupazione anche se hanno appena cominciato a pagare le quote. Queste indennità sono basate sui salari assicurati in Svizzera. L’importo del salario percepito in precedenza all’estero non gioca alcun ruolo. Cosicché, i cittadini UE beneficiano, in certe condizioni, di prestazioni migliori dall’assicurazione-disoccupazione che non gli Svizzeri!
  • i salariati UE che cadono in disoccupazione (anche se solo dopo qualche giorno di lavoro), possono restare in Svizzera con la loro famiglia se dispongono di un permesso di soggiorno.
  • la Svizzera non riceve un centesimo dalle casse-disoccupazione dei paesi d’origine dei lavoratori.

Le dichiarazioni fatte dagli avversari dell’iniziativa “contro l’immigrazione di massa”, che fanno riferimento a cifre e a comparazioni arbitrarie di periodi, sono altrettanto ingannevoli. La realtà è che, per esempio, il prodotto interno lordo per abitante non è aumentato dall’introduzione della completa libera circolazione delle persone  nel 2007 (nonostante l’apertura di nuovi mercati nell’UE). È pure una menzogna affermare che i cittadini UE non sono in disoccupazione più degli Svizzeri: a fine novembre 2013, il tasso di disoccupazione era del 5,5% fra i cittadini UE contro il 2,3% fra gli Svizzeri.   Gli avversari dell’iniziativa evitano accuratamente di affrontare i problemi reali posti dall’immigrazione di massa. Essi preferiscono evocare gli accordi bilaterali e minacciare il popolo.

La realtà è la seguente: l’iniziativa “contro l’immigrazione di massa” non vuole né un congelamento completo dell’immigrazione, né una rescissione degli accordi bilaterali con l’Unione europea (UE). Essa dà, per contro, al Consiglio federale il mandato di riaprire dei negoziati con l’UE sulla libera circolazione delle persone, al fine di riprendere in mano essa stessa il controllo e la gestione dell’immigrazione. Si tratta quindi di un’iniziativa moderata e ragionevole che merita il vostro sostegno nelle urne il 9 febbraio 2014.

Unione democratica di centro UDC