Il cantautore comasco Luca Ghielmetti tra i protagonisti del primo concerto del 2014 a Lugano
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Ottimo articolo di Alessio Brunialti sulla “Provincia” di Como, che riprendiamo parzialmente.

Si intitola “The Lost European Raoul Wallenberg” ed è un’occasione speciale per rendere omaggio a una figura ancora non abbastanza conosciuta: eppure, questo diplomatico svedese è stato proclamato “Giusto tra le Nazioni” per avere contribuito a salvare centinaia di migliaia di ebrei dalla follia nazista. Wallenberg operò a Budapest nell’inverno 1944-45.

Il 17 gennaio 1945 Wallenberg fu arrestato dai sovietici, che avevano ormai occupato la capitale magiara. Dopo di che egli, letteralmente, scomparve e non fu mai più reso alla sua famiglia, che si battè a lungo per riaverlo. Secondo fonti ufficiali sovietiche, Wallenberg morì in carcere a Mosca, di stenti o assassinato, nel 1947. Il suo nome è il primo della lista conservata nel cortile della sinagoga di Budapest.

Il concerto del 2 gennaio, patrocinato dalle ambasciate di Svezia e Ungheria e dalla Città di Lugano, vedrà sul palco Luca Ghielmetti in trio con il chitarrista Beppe Pini e il fisarmonicista Franco Piccolo. Con questa stessa formazione il cantautore ha realizzato “Gigi Meroni”, il brano pubblicato poco prima di Natale nel libro “Una vita a tutto campo” dedicato al compianto calciatore lariano. Gli altri protagonisti dell’evento sono la giovanissima, ma già affermata arpista svizzera Elisa Netzer che proprio quest’anno ha debuttato come solista all’Hermitage Theatre di San Pietroburgo.

Poi una folta rappresentanza di artisti ungheresi: Margit G. Fodor, giovane soprano che da pochi mesi frequenta il Conservatorio di Lugano, la pianista Katalin Falvai e i due fratelli Sandor e Ádám Javorkai, rispettivamente violinista e violoncellista, un duo consolidato che suona due Stradivari.

Il programma è seducente e molto vario, spazia da Chopin a Carlos Salzedo passando per Brahms, Rossini, Grieg, Sarasate, Donizetti e, naturalmente, Luca Ghielmetti che ha scritto una canzone per Wallenberg, “Grazie Raoul”.

Alessio Brunialti