Il World Economic Forum di Davos è spesso criticato per essere un club per ricchi, anche se questi non sembrano esserne i più assidui frequentatori.

La 44. edizione del forum, che si apre mercoledì 22 gennaio, vedrà arrivare 2’500 invitati, fra cui 300 politici di spicco (fra questi una quarantina di capi di Stato e di governo) e 1’500 capi d’impresa.

A Davos vi sarà il ministro francese dell’economia Pierre Moscovici, che si dice entusiasta di partecipare : “Starò qui più tempo dell’anno scorso – ha dichiarato – E’ un forum a cui guarda l’intero pianeta e andrò all’attacco sulla nostra politica economica.”
L’entusiasmo di Moscovici non è troppo condiviso dai francesi : infatti fra i 2’500 partecipanti al forum, solo 74 proverranno dalla Francia.

I dirigenti francesi non sono i soli a non amare troppo questo appuntamento. A parte i banchieri, che giungono a Davos numerosi per fare lobbying, i dirigenti delle altre società non sono molto interessati, soprattutto quelli dei giganti di Internet.

Tim Cook, amministratore delegato di Apple, non vi è mai stato, così come non aveva mai partecipato il suo predecessore, Steve Jobs. I fondatori di Google, Larry Page e Sergey Brin, hanno smesso di andarci da qualche anno, così come il creatore di Facebook, Mark Zuckerberg.

Nemmeno i fondi d’investimento sono inclini a essere presenti al WEF : ad esempio, a Davos non è mai andato l’imprenditore americano Warren Buffett.

Il costo della partecipazione (vedi correlati) costituisce certamente un freno. Ma non solo. Mohamed El-Erian, amministratore di uno dei maggiori fondi di gestione al mondo, nel 2012 aveva giustificato la sua assenza in questo modo : “Gli organizzatori del WEF di Davos vogliono che il loro evento sia molto più di quello che è attualmente, ossia un prestigioso salone dove si discute. Vogliono influenzare la politica ai livelli nazionali e mondiale. Eppure, nel corso degli anni e nel contesto di un mondo sempre più instabile e incerto, Davos non ha molto impatto. I partecipanti che contano davvero non si interessano alle ambizioni degli organizzatori.”

Contrario al WEF di Davos è anche il sindaco di Londra, Boris Johnson : “Il summit di Davos è una costellazione di ego che partecipano a un’immensa orgia auto-celebrativa”.

(Fonte : Le Monde.fr)