In vista della votazione del 9 febbraio contro l’emigrazione di massa, in Ticino torna “Bala i ratt”, la campagna UDC contro i frontalieri che tre anni fa aveva tanto fatto parlare anche fuori dal territorio ticinese.
“Ratti” che fanno parlare anche questa volta, come era sicuramente nell’intento dei promotori
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In un articolo del 2 febbraio, il Corriere della Sera scrive : “Sono tornati: stessi nasi, stesse code topesche e stessi slogan in dialetto. I “ratti” italiani della campagna anti-frontalieri “Bala i ratt”, lanciata tre anni fa dalla destra xenofoba elvetica – e ampiamente ripresa, all’epoca, dai media italiani – tornano a far parlare di sé sui muri del Canton Ticino (e non solo).”

L’articolo prosegue notando che “Il sarcasmo non si è affievolito” e precisa che all’avvicinarsi di domenica 9 febbraio, quando l’elettorato elvetico sarà chiamato a pronunciarsi sulla limitazione dell’immigrazione nel paese “il dibattito sull’impiego di manodopera frontaliera nella Svizzera italiana impazza più che mai.”

“A rispolverare gli spauracchi zoomorfi dei frontalieri ruba-lavoro – si legge nell’articolo – è stato il partito di ultra-destra Udc che nel suo quartier generale a Lugano ha presentato i protagonisti della nuova campagna con tanto di mascotte in costume da ‘topo italiano’.”

L’articolo parla poi dell’alto numero di lavoratori frontalieri provenienti soprattutto dalla Lombardia “passati da 45mila a 60mila in tre anni”, il motivo per cui “i ‘ratti’ sono tornati a fare capolino sui muri ticinesi.”