Balairatt 4

Alessandra Noseda, ex vice presidente e presidente distrettuale dell’UDC Ticino, i topi non li ama proprio o, più precisamente, non ama i “bala i ratt”. Scriveva pochi giorni or sono sulla sua pagina Facebook (sopra un link Ticinolive, perché Alessandra è una nostra affezionata lettrice):

Vedo che all’UDC ticinese non sono bastate le catastrofi elettorali degli anni scorsi, dai ratti in poi. Persevera… che tristezza. È vero, il troppo stroppia.

Oggi la politica si fa su Facebook, anche il presidente del governo ci si mette, e, a livelli di potere più alti, nel salotto di “Porta a porta” di Bruno Vespa. Deplorare questo stato di cose? Non ci penso nemmeno. Riflettete alla chance enorme che casca nelle mani di noi poveri commentatori/opinionisti/giornalisti. Non è magnifico? Non è un potere inebriante?

Il “Zwanzig Minuten”, sempre sveglio e attento, non si è lasciato sfuggire la ghiotta occasione e si è affrettato a intervistare l’ammirata Alessandra, che si aggira attualmente in una specie di limbo politico, fatto di “vorrei e non vorrei” (io talvolta la chiamo scherzosamente “Zerlina”, ricordate il Don Giovanni mozartiano?). Lasciata l’UDC, contro la quale ha avuto parole dure, profferite anche da questo stesso portale, dove approderà?

Al quotidiano che si legge su un percorso di funicolare (sì, io, e con ciò?) Alessandra dichiara testualmente: “Il termine è rattoni. Il ratto con la bandiera caratterizzava l’ebreo che poi è finito nel lager”. Mah, avrà anche ragione, ma mi riesce difficile pensare ai miei amici UDC, con i quali ho spesso conversazioni cordiali e distese in simpatici aperitivi, come a dei pericolosi nazisti. Ho studiato la (vera) propaganda nazista, uno dei suoi veicoli più famosi era lo “Stürmer” di Julius Streicher. “L’ebreo avvocato XY si è gettato dalla finestra, schiantandosi al suolo e rendendo così la sua anima di ebreo. Sulle cause del gesto si formulano varie ipotesi, la più accreditata delle quali è che l’avv. XY non sopportasse più il suo odore di ebreo”. Julius Streicher finì impiccato a Norimberga.

Continua Alessandra: “Il troppo stroppia ma loro stanno stroppiando! Hanno fatto un grossissimo errore già la prima volta, il partito ha perso una grossa fetta di elettorato. Sono andati indietro ma il partito non si è posto nessun perché”. “Una destra alla deriva?” “Questo no, sarebbe esagerato. La destra ticinese avrebbe bisogno di una pulizia morale interna”.

Nella penisola l’interesse per “bala i ratt” è frenetico. Domenica sera mi trovavo a Locarno (sede, con Lugano, della redazione di Ticinolive) al Rivellino, fortino leonardesco e, nel contempo, bella e vivace associazione culturale condotta da Arminio Sciolli e Jean Olaniszyn. Teneva una conferenza il professor Davide Rossi, un giovane geniale, bizzarro e simpatico, ultra-marxista. Se gli domandate quale stato egli ami di più vi risponde: la Germania Orientale. Oppure Cuba o qualche repubblica africana. Ha scritto un libro (suppongo un instant book) su papa Francesco. Era a Roma durante il conclave (ma non l’hanno fatto entrare). Solo in sala stampa, già non è male. Per un marxista Dio non esiste (a meno che non abbiano recentemente cambiato idea) e dunque la religione dovrebbe essere, più o meno, un inganno. Un sacerdote cattolico (ad esempio) sarebbe il ministro di un Dio inesistente (secondo logica). Ma il professor Davide Rossi – animato da entusiastico spirito femminista – si batte affinché le donne accedano al sacerdozio, diventino dunque ministre di quel Dio che non esiste. Chissà se Davide – che è eloquentissimo, gran comunicatore – ha mai letto il fondamentale testo di Romano Amerio “Iota Unum”. Nel Ticino solo due persone lo hanno letto per intero. Uno è il professor Giovanni Orelli, noto scrittore di fede socialista, al quale – sconciamente – Boris augurò la morte. L’altro fa il pubblicista – attività che non corrisponde minimamente alla sua laurea – sperando sempre che qualcuno lo paghi, ma questo non accade mai.

Scusate, ho divagato. Ero dunque in istrada, davanti all’uscio del Rivellino, e mi squilla il cellulare. “Buonasera collega! Sono il giornalista YZ della Repubblica”. (Cavoli, un giornale importante) “Ho letto sul tuo portale il tuo pezzo sulla riunione xenofoba, lì a Lugano…” “Sì, la festicciola dell’UDC…” “I razzisti di estrema destra…” “Beh, destra parlamentare. Sa, collega, lei non ci crederà ma sono rappresentati in parlamento, sia a Bellinzona, sia a Berna”. “Hai delle foto?” “Sì certo, le ho pubblicate, le ha viste”. “Altre foto, più foto?” “Certo, gli onorevoli, Pinoja, Rusconi (sono i capi), la bella Céline Amaudruz venuta da Ginevra…” “Ma no. Topi. Ratti”. “Bala i ratt?”

In sostanza, Alessandra, lui voleva unicamente le foto dei topi. Ma io ne avevo una sola (quella che avevo pubblicato). Pazienza. L’articolo
https://www.ticinolive.ch/2014/02/04/stampa-italiana-sconcertata-per-la-campagna-choc-contro-frontalieri-ticino/, scritto dalla mia gentile collega di redazione, ha collezionato in poche ore più di ottomila clicchi, numero per noi assolutamente “fuori di testa”.

Vedi dunque, cara Ale, che anche i ratti un che di buono ce l’hanno.

NOTA. Dell’UDC Ticino è da un po’ che mi sono messo in mente di scrivere. Vorrei però farlo in occasione della pubblicazione di una mia intervista a Giovanni Maria Staffieri, che mi sta facendo leggermente aspettare.