Notizie da Berna (DFAE)
Colloqui del presidente della Confederazione Didier Burkhalter a Berlino e Parigi

Il 18 febbraio 2014 il presidente della Confederazione Didier Burkhalter incontrerà a Berlino la cancelliera tedesca Angela Merkel e il ministro degli affari esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier. Al centro dei colloqui vi sono i rapporti bilaterali fra la Svizzera e la Germania, l’attuazione della nuova disposizione costituzionale sull’immigrazione e la presidenza svizzera dell’OSCE.

Il presidente della Confederazione Burkhalter proseguirà quindi per Parigi dove in serata informerà il ministro degli affari esteri francese Laurent Fabius sulle intenzioni del Consiglio federale dopo la votazione sull’iniziativa contro l’immigrazione di massa.

Tutto questo iper-attivismo è altamente sospetto. Il Nostro non sarà mica andato a scusarsi?

La più grande paura dell’Unione

Per prima viene una sensazione di “lesa maestà”, che genera l’ira. Come si permettono questi montanari custodi dell’oro del mondo? Poi però il gesto coraggioso del popolo svizzero, a difesa della sua libertà e sovranità, fa scattare nella testa degli Eurocrati una molla diversa e inquietante: se altri popoli ne seguissero l’esempio? Potrebbe portare contagio e rovina.

Auri sacra fames (la maledetta bramosia dell’oro)

Almeno in una delle (varie) gare tra il SÌ e il NO è stata vinta da quest’ultimo: quella del denaro. I fautori del NO hanno buttato nella fornace 5,6 milioni; i loro avversari vincenti 2,1 milioni. Grazie ai succulenti risparmi ottenuti con il dumping salariale, gli “imprenditori globali” si sono concessi il lusso di largheggiare.

Per fortuna l’oro, che può molto, non può tutto.

Vedere, comprendere – Cecità “politicamente corretta”

L’onorevole Armando Boneff, celebrato umorista-vignettista e granconsigliere azzurro, in occasione di una estemporanea schermaglia su Facebook (social network del quale è cultore appassionato) ha accettato la seguente scommessa: se fosse passato il SÌ in più di due cantoni, egli avrebbe eccetera eccetera (v. posta in palio). Il suo contendente era un privato senza cariche politiche che, in forma non professionale e per diletto, dedica una porzione della sua giornata a commenti di attualità.

Lasciando da parte l’eventualità di un’accettazione per scherzo, il modesto episodio innesca una riflessione che descriverei in questi termini: come il “pregiudizio politicamente corretto” prevalga ineluttabilmente sulla realtà. Chiunque poteva vedere con chiarezza – al di là di una sicura ed eclatante vittoria del SÌ nel Ticino – che la battaglia sullo scacchiere federale sarebbe stata terribilmente incerta e i due esiti, in ogni caso, ravvicinati. La probabilità che il SÌ passasse in due soli cantoni era dunque vicina allo zero. Ma il “pregiudizio politicamente corretto” ha avuto la meglio – in questa occasione come in tante altre – sulla realtà. I “cattivi” (che cattivi non sono per niente, bensì semplici cittadini allarmati e provvisti di molte buone ragioni per allarmarsi) non debbono vincere. Dunque non possono vincere.

Piuttosto, accettiamo eroicamente una scommessa impossibile.


INTERMEZZO

Sul notissimo caso Yasin. Ping-pong tra Del Don e Bühler

Scrive tra l’altro il noto psichiatra e granconsigliere democentrista (tratto da Ticinolibero): “Casi come questi stanno diventando emblematici di come non si possono risolvere queste situazioni in modo impersonale e burocratico, applicando alla lettera e in in modo acritico un regolamento, un codice o un articolo di legge. Una società democratica, responsabile e indipendente come la nostra non può tollerare ingiustizie in nome di nessun principio!  (…)”

Alcuni giorni or sono procedevo per i fatti miei in via Trevano e, per mia somma disgrazia, toccavo l’inebriante velocità di 63 km/h. Un poliziotto, applicando alla lettera e in modo acritico un regolamento, mi ha appioppato una sonora multa. Il dottor Del Don*** è troppo colto e troppo intelligente per non capire che in questo modo non si va da nessuna parte. La legge diventa una burla. Non è (secondo me) un vantaggio per nessuno.

Fortuna che il severo Alain Bühler, presidente dei Giovani UDC, gliene ha cantate quattro.

*** e ci si è messo anche l’amico on. Fiorenzo Dadò!

Work in progress, continua

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