Successo alla notte degli Oscar per Gravity, la pellicola del regista messicano Alfonso Cuaròn: miglior regia, migliori effetti speciali, miglior fotografia, miglior colonna sonora, miglior montaggio. Ma fino a che punto questo film è realista?

2gravity

E’ stato l’evento cinematografico dello scorso ottobre. Gravity, del regista messicano Alfonso Cuaròn, un film sullo spazio che porta sullo schermo Sandra Bullock e George Clooney, ha fatto parlare molto.

Considerato un capolavoro da gran parte della critica, il film di Cuarón pone delle domande circa il suo realismo. Gli eventi raccontati e mostrati in Gravity sono plausibili?

“All’inizio, già dalle prime immagini, mi è sembrato di tornare nello spazio. Ho avuto l’impressione di rivivere le mie missioni e con il sentimento che fossero immagini che avevo ripreso io stesso – si entusiasma Jean-François Clervoy, tre viaggi spaziali a bordo di Atlantis, Mir e Discovery.
A suo dire, “tutto è reso con esattezza” : l’acustica, la luce, gli scafandri, le uscite, i movimenti, l’inerzia dei corpi, le leggi della fisica, la maniera di prender un oggetto, la visione della Terra lontana.

Stesso parere da Garrett Reisman, ex astronauta della NASA. In un editoriale pubblicato sulla rivista Forbes, Reisman spiega che “il movimento e la fisica di un’uscita nello spazio sono resi in maniera molto precisa.”
L’ex astronauta fa notare anche l’attenzione per un dettaglio durante le riprese : “Quando il personaggio di Sandra Bullock gira le due valvole per chiudere l’erogazione di ossigeno del Soyouz, si tratta esattamente delle due valvole giuste. Quando vuole dirigere il motore di manovra orbitale, il CKD, schiaccia il bottone giusto, il quale è a sua volta dotato dell’esatta etichetta.

Va detto che per rendere credibile la loro performance e dunque il film, gli attori si sono sottoposti a un vero allenamento.
“Sono rimasto impressionato che Sandra Bullock abbia seguito un gran numero di allenamenti. Faceva quello che facevamo per prepararci alla mancanza di gravità e alle uscite nello spazio – racconta l’astronauta Mike Massimino.

Secondo Jean-François Clervoy, “ogni sequenza ripresa separatamente è possibile e realista. Ma l’accumulo di eventi in successione no.”
L’astronauta ritiene che alcuni elementi siano esagerati : è vero che un oggetto può colpire una navetta spaziale e creare una situazione di catastrofe. Ma non oggetti in massa, perchè in questo caso si cambia la traiettoria della navetta spaziale.
Inoltre, nella realtà Hubble, la stazione interspaziale internazionale ISS e la stazione spaziale cinese non si trovano sulla stessa orbita.

Un’altra scena fa discutere gli specialisti. Mentre i due personaggi sono agganciati allo stesso filo, uno dei due si sacrifica per permettere all’altro di sopravvivere. Nella realtà questo sacrificio sarebbe stato inutile, perchè il cavo non viene teso come si vede nel film.

“Non vi era alcun motivo perchè si sacrificasse – spiega Garrett Reisman – Sarebbe stato sufficiente che uno dei due prendesse l’altro. Con un’osservazione, tuttavia : Cercate di allungarvi sul ghiaccio mentre un peso di 200 chili vi passa sopra la testa e cercate di afferrarlo con la mano chiusa dentro un guanto di un’armatura medievale. Non è così facile.”

gravity

Per contro i pareri divergono su un’altra sequenza di Gravity. “Non potete guardarvi intorno, vedere un’altra navetta spaziale e raggiungerla semplicemente mettendovi nella sua direzione, con un apparecchio d’atterraggio e un estintore – spiega Garrett Reisman.
Un’analisi non condivisa da Jean-François Clervoy, secondo cui “il fatto di andare, nel caso di un guasto, da una navetta all’altra e di volare a vista è quasi plausibile. Per rientrae, gli astronauti dell’Apollo XIII avevano inquadrato la Terra.”

(Fonte : Atlantico.fr)