(Vedere la spiegazione all’interno dell’articolo)
In ginocchio a Bruxelles
“In temp da guèra…”
I dirigenti dell’UE temono il voto popolare (più che il diavolo l’acqua santa)

BarrosoAmico lettore, lo ricordi il mitico ambasciatore Franz Blankart, quello che subito dopo il voto popolare negativo per l’adesione allo spazio economico europeo aveva dichiarato, anzi proclamato urbi et orbi, che entro 5 anni saremmo strisciati in ginocchio a Bruxelles per chiedere perdono e ammissione all’UE? Con quella sparata insensata l’ambasciatore si è guadagnato fama imperitura nella sezione “minchioni e affini”. La stessa sorte toccherà, anzi già tocca a tutti quelli che si sono azzardati a simili profezie nel vano tentativo di indurre il popolo a respingere l’iniziativa UDC: “guardate che se accettate l’iniziativa scadranno tutti gli accordi bilaterali (cosiddetta clausola ghigliottina) e l’UE in nessun caso sarà disposta a riprendere le trattative sulla libera circolazione”.

Il 28 febbraio 2014, esattamente 19 giorni dopo la domenica del fatidico voto, il Parlamento europeo ha dato il via libero per l’inizio di nuove trattative sulla libera circolazione.

Ancora una volta i soloni della nostra politica e del mondo economico solennemente e ridicolmente smentiti dai fatti! Noi, ben più realisti e oserei dire anche avveduti (ossia intelligenti) di loro, ci limitiamo ad investirli del nostro sarcasmo irriverente, con un pizzico di sdegnoso disprezzo in più.

Almeno 2 dati di fatto inducevano le persone ragionevoli a non credere alle interessate profezie dei sostenitori del no all’iniziativa UDC. Il primo motivo è questo:

  1. La Svizzera ha versato a fondo perso 1 miliardo di franchi al fondo di coesione europeo per i paesi dell’Est, ulteriori 254 milioni per Bulgaria e Romania.
  2. Adesso è chiamata a versare, se non li ha già versati, altri 54 milioni per la Croazia.

Nessuno, neanche l’UICTM, Unione Internazionale dei Cretini di Tutto il Mondo, rifiuterebbe di trattare (e concedere) con un ipotetico e cotanto benefattore.

La seconda ragione:

  1. Al di là delle proclamazioni di facciata, i dirigenti di Bruxelles sanno benissimo cosa sia una bilancia commerciale, in particolare quella tra Svizzera e UE.
  2. Nessuno, neanche l’UITCM di cui sopra, rifiuta di negoziare questo o quell’accordo con il suo miglior cliente.
  3. L’UE è assillata da una disoccupazione straripante. A Bruxelles sanno benissimo che la Svizzera è il miglior bacino di decantazione su cui possano contare per un aiuto al contenimento di detta disoccupazione.

Adesso, per salvare la faccia, i plutocrati europei hanno escluso gli studenti svizzeri dall’iscrizione al prossimo ciclo di studi nel quadro del progetto “Erasmus”. Un progetto nel quale versiamo più soldi di quelli che riceviamo. Si può tranquillamente (e logicamente) pensare che alla fine a prevalere saranno gli interessi di cassa e che di conseguenza i nostri studenti potranno accedere ai posti di studio europei esattamente come prima del 9 febbraio 2014!

Naturalmente il voto del Parlamento europeo a favore della ripresa di trattative sulla libera circolazione delle persone è stato anche motivato da un’altro ragionamento. Il prossimo mese di maggio si terranno le elezioni parlamentari europee. Il timore che a vincerle possano essere partiti euroscettici è grande. Dar prova di generosità, apertura e senso democratico in questo periodo preelettorale è quindi, per tutti gli eurofanatici, ragion di stato. I dirigenti europei temono le votazioni popolari molto più di quanto il diavolo possa temere l’acqua santa. Le esperienze fatte sono state tutte, senza eccezioni, negative. Per rimediare si è dovuto ricorrere a ripetizioni precedute da campagne propagandistiche massicce, di tipo stalinianlavacervello.

Politici e rappresentanti svizzeri che ci prospettavano funesti scenari in caso di accettazione dell’iniziativa UDC non sono certo membri dell’UITCM summenzionata. Anzi, sono persone tutte intelligentissime, ne sono arciconvinto. Si deve perciò trarre la conclusione che sono persone che mentivano spudoratamente pur di far prevalere i propri interessi, che non sempre coincidono con quelli di tutta la collettività. La loro sdegnata e iraconda reazione al risultato uscito dalle urne ne è la logica conseguenza. E la nostra sdegnata e tranquilla reazione alla loro reazione pure: più che logica, sacrosanta!!!

Gianfranco Soldati