Le banche italiane sono preoccupate per la loro solidità, mentre la convalescenza prosegue per gli istituti di credito della Grecia.

“In Italia il vero problema è la qualità del credito – ha ammesso il numero uno di UniCredit, Federico Ghizzoni, in occasione dell’annuncio della perdita netta di 14 miliardi di euro per il gruppo nel 2013.
Di fatto, l’insieme del settore italiano deve ancora far fronte a un livello record di crediti a rischio, il cui ammontare raggiungeva a gennaio 160.4 miliardi di euro, un aumento del 24,5% in un anno.

Malgrado la modesta ripresa italiana dopo 9 trimestri di recessione, questa cifra dovrebbe salire sopra i 190 miliardi di euro nel 2015, secondo le previsioni dell’Associazione delle banche italiane.
In un simile contesto, anche se gli operatori preferiscono optare per strutture di dismissione interne, non è detto che il settore bancario italiano sfugga a una “bad bank” sistemica.

In una situazione ben più critica, le banche greche sono ben lontane dall’aver girato la pagina della crisi del debito sovrano. Per mantenersi a galla mostrano sempre bisogni di capitale propri conseguenti.
Settimana scorsa il regolatore greco stimava il bisogno del settore in 6.4 miliardi di euro. Principalmente chiamate in causa sono le quattro maggiori banche del paese : Alpha Bank, la Banca del Pireo, la Banca nazionale di Grecia e Eurobank. E la diagnosi della Banca centrale europea, attesa per novembre, potrebbe essere ancora più severa.

(Fonte : Les Echos.fr)