Il Credit Suisse, la seconda banca svizzera, a processo negli Stati Uniti con l’accusa di evasione fiscale, avrebbe nascosto al fisco americano 4.7 miliardi di dollari. La multa potrebbe situarsi fra 0.5 e 1.5 miliardi di dollari.

Dall’audizione del direttore generale Brady Dougan davanti a una commissione del Senato americano, lo scorso febbraio, si è tentati di confrontare il Credit Suisse a UBS.
In quell’occasione il senatore Carl Levin aveva avuto parole dure nei confronti del numero 2 bancario svizzero : “Il Credit Suisse è coinvolto tanto quanto UBS nell’aiuto all’evasione fiscale sul suolo americano.”
Anche le cifre sono pressochè simili : 18 miliardi di dollari e 52’000 clienti americani per UBS, 12 miliardi e 22’000 clienti per il Credit Suisse.

Ma sino ad oggi il confronto si ferma qui : il Credit Suisse ha consegnato solo 238 nomi dei clienti americani alle autorità statunitensi e unicamente nell’ambito della convenzione di doppia imposizione del 1996, che permette l’assistenza solo nei casi assimilabili a una frode.
UBS aveva consegnato prima 250, poi 4’700 nomi dei suoi clienti americani alle autorità fiscali di Washington, con la benedizione del Consiglio federale.

Il Credit Suisse sembra essere battuto in ritirata con onore, spingendo i suoi clienti verso l’uscita, sino a prova del contrario senza rivelare i loro nomi.
I conti bancari di 11’000 “piccoli clienti”, che insieme rappresentano 1.5 miliardi di dollari sono stati chiusi senza chiarire il loro statuto fiscale, dichiarati o meno.
In totale sono state interrotte 18’900 relazioni bancarie, mentre 3’500 clienti hanno chiesto di essere messi in regola presso l’autorità fiscale statunitense, l’Internal revenue Service.

Resta da sapere quanto la banca dovrà pagare : sulla base di 12 miliardi e ammettendo una penalità del 20%, la multa potrebbe raggiungere i 2.4 miliardi di dollari.
Ma basandosi sugli averi non dichiarati (4.7 miliardi), la cifra scenderebbe sotto il miliardo.

La base del calcolo potrebbe però essere diversa : Charles Adams, avvocato americano a Ginevra, rileva che l’amministrazione americana si riferisce alle imposte evase, calcolate sugli interessi e dividendi al tasso massimo del 32% con ripresa su 5 anni. Il tutto correlato da una cospicua multa. Il che farebbe tra 0.5 e 1.5 miliardi di dollari.

(Fonte : Bilan.ch)