Malgrado il presidente russo Vladimir Putin abbia assicurato che la Russia non proseguirà l’offensiva verso ovest, la Moldavia – piccolo paese racchiuso fra l’Ucraina e la Romania – teme il peggio.

Martedì 18 marzo Mikhaïl Bourla, presidente del Parlamento della regione separatista della Transnistria, ha chiesto al presidente del Parlamento russo, Sergueï Narychkine, di avviare la procedura per l’annessione alla Russia.
Lo scenario della Crimea rischia di ripetersi in questo territorio, parte orientale della Moldavia che aveva fatto secessione nel 1992 con l’appoggio di Mosca e si era proclamato indipendente, senza essere riconosciuto a livello internazionale.

Secondo il quotidiano russo Vedomosti, Bourla ha ricordato al suo omologo russo che durante un referendum organizzato nel 2006 – non riconosciuto dall’Unione europea – il 97% della popolazione aveva chiesto l’adesione alla Russia.

transnistriaLa Transnistria (o Repubblica moldava di Dniestr) conta 550 000 abitanti, di cui un terzo russofoni.
“Le autorità della Moldavia non hanno alcun potere sulla Transnistria, che chiede alla Russia di procedere con l’annessione – precisa la lettera di Mikhaïl Bourla.

La notizia ha avuto l’effetto di una bomba sulle autorità moldave pro-europee. Il presidente Nikolaï Timofti, martedì ha organizzato una conferenza stampa : “Vi sono molti elementi comuni fra gli eventi in Crimea e la situazione in Transnistria. Abbiamo informazioni precise secondo cui sono state intraprese azioni di destabilizzazione. Queste azioni sono controproducenti sia per la Moldavia che per la Russia.”

Ma la Transnistria è già nel mirino della Russia. Il vice primo ministro russo, Dmitri Rogozin, ha evocato la questione martedì : “Il 20 marzo il governo organizzerà una riunione con i ministri per mostrare la nostra solidarietà con le autorità della Transnistria.
Se la Moldavia firmerà un accordo con l’Unione europea, la situazione si aggraverà. La Transnistria non è più territorio moldavo.”

Giovedì 20 marzo il ministro russo degli Affari esteri Sergueï Lavrov ha ripetuto che Mosca difenderà i diritti dei russi che vivono all’estero “con metodi politico-diplomatici”.
Una riunione del governo russo si terrà giovedì per discutere della questione del sostengo alla Transnistria.