(fdm) È una parola! Proprio ciò che il governo NON vuole fare. È diventato il problema più acuto della nostra democrazia (non so se metterci le virgolette o meno…). C’è una cosa che il popolo non riuscirà MAI a fare: tenere a bada l’Ineffabile… (e ce ne sono altre/i).


Settimana scorsa il Consiglio nazionale ha respinto in modo chiaro la proposta contenuta in una mozione di introdurre l’obbligo di registrazione a posteriori di tutte le armi presenti in Svizzera. Ma come, si chiederà qualcuno, il popolo svizzero nel 2011 non aveva respinto a larga maggioranza l’iniziativa “contro la violenza perpetrata con le armi”, la quale – fra le altre cose – chiedeva l’introduzione di un registro nazionale delle armi?

In effetti è proprio così, ma forse per qualcuno il concetto non era sufficientemente chiaro per cui si è tentato di far rientrare dalla finestra ciò che il popolo non ha voluto far entrare dalla porta. Non lo era evidentemente per la maggiornaza della Commissione della politica di sicurezza che sosteneva una simile proposta. Ma non lo era nemmeno per l’ineffabile Consigliera federale Sommaruga, la quale non solo si è dichiarata favorevole, ma ha addirittura pensato di introdurre questo obbligo di registrazione a posteriori di tutte le armi in un’apposita legge messa in consultazione prima ancora che il Parlamento si fosse pronunciato sulla citata mozione. Di transenna vale fra l’altro la pena evidenziare che 2/3 degli interpellati (soprattutto Cantoni e associazioni interessate) si sono pronunciati contro un simile obbligo. Fortunatamente la maggioranza del Consiglio Nazionale ha infine corretto il tiro, ricordando a tutti che la volontà popolare deve essere rispettata e rimandando questa proposta al mittente.

A prescindere da questo argomento, comunque importante, anche nel merito il provvedimento ipotizzato dal Consiglio federale deve essere respinto, in quanto inutile, inefficace e costoso. ) non contribuisce a migliorare la sicurezza: notoriamente i delinquenti non rispettano le leggi. La verità è che un simile obbligo, che prevede ovviamente una multa per chi non lo ottempera, andrebbe solo a penalizzare i cittadini onesti che verrebbero inutilmente e ingiustamente criminalizzati.

Per non parlare poi della burocrazia e dei costi che l’introduzione di un simile registro provocherebbe. Interessante a questo riguardo il caso del Canada. Nel 1995 venne decisa l’adozione di un registro nazionale delle armi, analogo a quello che avrebbe voluto il Consiglio federale. Nel marzo 2012, dopo che già dal 2002 era apparso chiaro che il costo era oramai fuori controllo, il Governo canadese è stato infine costretto ad abolire il discusso registro. Il bilancio dell’operazione è a dir poco desolante: a fronte di un costo preventivato di 2 milioni di dollari canadesi ne sono stati spesi oltre 2 miliardi (!), senza che il registro abbia dimostrato la benché minima efficacia nel ridurre gli omicidi perpetrati con le armi. Anzi, è interessante notare come tali reati, dal 1991 in poi, siano diminuiti in modo più importante negli Stati Uniti che in Canada.

Tornando in Svizzera, v’è solo da sperare che dopo la saggia decisione del Consiglio nazionale, il Governo abbia a rispettare la volontà del popolo e dello stesso Parlamento, rinunciando a riproporre un registro delle armi a livello nazionale. In ogni caso, per quanto mi riguarda continuerò a vegliare affinché ciò non avvenga.

Fabio Regazzi, consigliere nazionale, PPD