Il prossimo 18 maggio, sì alla “Legge sul Fondo-Gripen”

Ci risiamo! Dopo aver plebiscitato lo scorso mese di settembre il mantenimento dell’esercito di milizia, dando una sonora scoppola a quanti volevano far saltare un consolidato sistema di valori e di sicurezza, i cittadini elvetici  saranno nuovamente chiamati ad esprimersi il prossimo 18 maggio su un tema legato all’esercito e alla sicurezza. In seguito al referendum lanciato, ancora una volta, dalla sinistra, dai Verdi e dalle organizzazioni anti-esercito, dovremo infatti votare la “legge sul Fondo Gripen” che, se approvata, permetterà il finanziamento dell’acquisto dei 22 aerei da combattimento del tipo Gripen E, di produzione svedese, che andranno a sostituire gli ormai obsoleti  54 F-5 Tiger, nell’importante compito della protezione dello spazio aereo. Rispetto al voto di settembre, fortemente centrato su valori largamente riconosciuti, il voto di maggio sui Gripen è emotivamente meno pregnante;  l’acquisto di aerei non tocca apparentemente in maniera tangibile il cittadino e poi, come sostengono gli oppositori ai Gripen, ci sono altre priorità. Eh già: ci sono sempre altre priorità!

La realtà è un po’ diversa, poiché il voto del prossimo mese di maggio coinvolge direttamente la sicurezza e la credibilità dell’esercito di milizia, quindi  non stiamo proprio  parlando, come direbbe qualcuno, di quisquilie e pinzillacchere.

Non ho competenze e interessi in ambito militare, né tantomeno  in quello aeronautico, però, da cittadina attiva, so bene che la sicurezza è un compito precipuo dello Stato, iscritto nella nostra Costituzione. Questa sicurezza, nei confronti della quale siamo subito pronti ad inneggiare ogniqualvolta  ci sentiamo in pericolo anche per piccole cose, comincia proprio nello spazio aereo, che rappresenta una sorta di tetto per l’intero Paese (le forze aeree sorvegliano, controllano e salvaguardano questo spazio).

Per questo motivo, non sono disposta  a  mercanteggiare, a favore di chissà quali altri ambiti, sui compiti previsti dalla Costituzione a difesa della sicurezza e della sovranità (concetto questo che a qualcuno dà un po’ fastidio), tanto più che i 3,1 miliardi di franchi destinati all’acquisto di questi aerei verranno prelevati dal bilancio ordinario dell’esercito, attraverso un versamento annuale di 300 milioni di franchi  dal 2014 al 2024. Per il finanziamento di questi aerei  non si dovrà pertanto  far capo a nuove imposte (non sarebbe proprio il caso!) e non si dovrà neppure risparmiare  in altri settori. Questi punti vanno doverosamente ricordati ai cittadini, dal momento che alcuni oppositori al fondo in oggetto stanno facendo credere che i soldi destinati all’acquisto degli aerei potrebbero essere destinati ad altri ambiti (socialità, educazione e chissà cos’altro). Visto che la pecunia riveste sempre un ruolo rilevante – e gli oppositori, in genere refrattari a questo oggetto, ne fanno ora una bandiera-,  diciamole chiaramente queste cose, aggiungendo anche che   il Cantone Ticino beneficerà, stando quanto ha detto nei giorni scorsi a Bellinzona il Consigliere federale Maurer, di 125 milioni di franchi di compensazioni dirette, mentre per quanto attiene a quelle indirette  bisognerà vedere come si muovono le nostre aziende del settore.

Nelle votazioni popolari, le associazioni e i partiti politici difendono o attaccano legittimamente  gli oggetti che meglio credono -ci mancherebbe altro!-, però non bisogna essere delle menti sopraffine per comprendere che l’opposizione ai Gripen (a parità di valutazioni qualitative, è sempre meglio comprare aerei da paesi amici e neutrali come la Svezia, piuttosto che far capo agli Stati Uniti e alla Francia, che nei confronti del nostro Paese hanno dichiarato una vera e propria guerra economica e finanziaria) rientra nella strategia di coloro che, a fettina a fettina, vogliono semplicemente eliminare l’esercito e la sicurezza del Paese. Negli ultimi anni , per la precisione dal 2011, questo è il terzo appuntamento sul tema.   Nel febbraio 2011 si tentò di disarmare militi, tiratori, cacciatori e collezionisti;  nel settembre 2013 venne attaccato frontalmente  il sistema della milizia e ora è la volta della protezione aerea. Prendiamone atto e non facciamoci turlupinare da mercantaggiamenti fasulli e dai conti  da pizzicagnolo di chi ha un solo obiettivo: distruggere l’esercito e il nostro sistema di sicurezza.

Iris Canonica