Quadri 2UBS, con le sue “disinvolte operazioni” negli Stati Uniti, ha contribuito non poco allo sfascio del segreto bancario e quindi allo smantellamento della piazza finanziaria svizzera (e ticinese). Quest’ultima, per il colosso bancario, non ha un interesse particolare. Importante è che quegli affari che non si riescono più fare in Svizzera si possano compensare altrove. Conta, insomma, il consolidato globale.

Se in patria – patria si fa per dire, perché le grandi banche sono multinazionali e quindi la patria non l’hanno – si licenzia, in compenso (?) si assume in paesi esotici (Panama, Singapore, ecc): poco importa degli svizzeri che rimangono senza lavoro…

Le grandi banche hanno dunque appoggiato e fomentato la politica del cedimento ad oltranza della catastrofica ministra delle Finanze Widmer Schlumpf in materia di piazza finanziaria (e dei suoi posti di lavoro, e delle sue entrate fiscali), ma anche di sovranità. Tutto in nome dell’accesso ai mercati esteri; o nell’illusione di pagare, negli USA, multe meno salate. Del resto il presidente del PBD, il partitino di Widmer Schlumpf, tale Martin Landolt, di professione fa il lobbysta UBS.

Ora, che dopo queste belle prestazioni, gli scienziati di UBS abbiano ancora il cattivo gusto di venirci a dire che dobbiamo decurtare le rendite AVS perché altrimenti in futuro non si potrà finanziarle, fa anche “leggermente” girare le scatole. Oltre al danno, la beffa?

Che cominci, la (troppo) grande banca, a decurtare i bonus e gli stipendi dei suoi supermanager; altro che suonare l’indegno assalto alle rendite di vecchiaia!

Lorenzo Quadri