Gli avvocati britannici possono redigere testamenti conformi alla Sharia, la legge islamica. Un cambiamento che mette in pericolo il principio dell’eguaglianza, si inquieta il quotidiano The Sunday Telegraph.

“In generale, la Gran Bretagna è accogliente nei confronti di chi si installa nel nostro paese per condividere i benefici del nostro modo di vita tollerante e democratico e rendersi utile alla società – scriveva lo scorso 24 marzo il giornale britannico The Sunday Telegraph.

“Durante mezzo secolo – prosegue l’articolo – la comunità musulmana ha illustrato perfettamente questo arrangiamento reciproco. E’ solo di recente che il paese è disturbato da una piccola minoranza di islamisti, che d’altronde pongono un problema più immediato alla comunità musulmana che non all’insieme della società. La promozione della Sharia fa parte del programma anti-integrazione di questi estremisti.

Attualmente, il Consiglio dell’ordine degli avvocati sta emettendo nuove raccomandazioni all’indirizzo degli avvocati per la stesura di testamenti conformi alla Sharia. Questa iniziativa è preoccupante, perchè la legge islamica pregiudica le donne, i figli i cui genitori si contendono la custodia, gli eredi illegittimi o adottati e molti uomini che, per un motivo o per l’altro, infrangono i suoi precetti.

Giustizia parallela

Inizialmente, la messa in esercizio di un piccolo numero di tribunali islamici che offrono una mediazione – in generale per questioni commerciali – destinata ai clienti musulmani era un’iniziativa lodevole.
Ma di recente si constata la proliferazione di tribunali islamici che rischiano di entrare in conflitto con il diritto inglese. Le raccomandazioni del Consiglio dell’ordine degli avvocati daranno legittimità a questi tribunali.
Ci si ricorda del disgraziato intervento dell’arcivescovo Rowan Williams, sei anni fa, quando aveva detto che l’integrazione della Sharia nel sistema giudiziario britannico era “inevitabile”. L’alzata di scudi generata dalla sua dichiarazione aveva portato pregiudizio alle relazioni comunitarie.

La baronessa Caroline Cox, membro indipendente della Camera dei Lord, conduce una campagna per i diritti delle donne musulmane che vivono in Gran Bretagna e teme che alcune di loro vengano confrontate a seri problemi, a causa dell’applicazione della Sharia,
Giudica “molto preoccupanti” le raccomandazioni del Consiglio dell’ordine degli avvocati. In effetti, tutto quanto convalida una giustizia parallela è preoccupante. Molte persone ragionevoli riterranno che la Sharia, una legge apertamente discriminante nei confronti delle donne, è incompatibile con le idee britanniche dell’eguaglianza.

La nostra società è favorevole alla diversità, ma non dovrebbe adottare pratiche giuridiche opposte ai nostri valori. Dal 15 giugno 1215, firmando la Gran Charta, l’Inghilterra ha attuato le prime misure per imporre l’eguaglianza per tutti in termini di legge. Sarebbe molto spiacevole che nel 800.anniversario di questo evento storico, l’anno prossimo, questo cruciale principio perdesse di valore.”