E, s’intende… “L’obbedienza non è più una virtù!”


(fdm) La nostra opinione non cambia. La cosa migliore che si possa fare con questi scritti esaltati (ammesse tutte le attenuanti fornite da una giovinezza che noi rimpiangiamo e che vediamo lontana) è… pubblicarli.

Secondo questi giovani la legge avrebbe per così dire l’obbligo di sottomettersi al loro personale giudizio. Ne sono assolutamente convinti. Noi speriamo che non lo faccia.


La legge in questo Cantone non è uguale per tutti: lo abbiamo visto nel caso del FoxTown dove le deroghe alla legge federale non sono mancate, lo vediamo sempre nei confronti dei ricchi stranieri (mafiosi ed evasori) che fanno il bello e il brutto sulla nostra piazza finanziaria, ecc. E mentre le nostre autorità non mancano l’occasione di mostrare la loro subalternità agli interessi dei poteri forti e dei ricchi; quando si ha a che fare con i più deboli, con i giovani, con gli apprendisti, con i migranti, le nostre autorità si fanno forti e insensibili. Ma non saranno quattro consiglieri di stato a dettare legge: non lo permetteremo!

Don Lorenzo Milani, un sacerdote cattolico, fondatore della Scuola di Barbiana, forse la più interessante esperienza pedagogica del Novecento, ha scritto: “Non posso dire ai miei ragazzi che l’unico modo d’amare la legge è d’obbedirla. Posso solo dir loro che essi dovranno tenere in tale onore le leggi degli uomini da osservarle quando sono giuste (cioè quando sono la forza del debole). Quando invece vedranno che non sono giuste (cioè quando avallano il sopruso del forte) essi dovranno battersi perché siano cambiate”. Che i docenti ticinesi ripetano questo pensiero nelle classi!

Proprio su questa base non accettiamo la decisione del governo ticinese, perché è ingiusta e disumana. E quando le istituzioni si macchiano di un crimine, come quello di dividere un figlio minorenne da sua madre, noi ci solleviamo e ci ribelliamo come dovrebbe fare qualunque cittadino democratico di questo Paese a cui piace dar lezioni di diritti umani in giro per il mondo e poi nemmeno sa rispettarle al suo interno!

Il Partito Comunista:

1) aderisce alla manifestazione indetta in sostegno ad Arlind Lokaj dai suoi amici prevista alla Posta di Bellinzona martedì prossimo alle ore 17:30. Che la Capitale sia invasa dalla giusta rabbia della gioventù e che il ministro socialista Manuele Bertoli sia in piazza con noi contro la collegialità figlia dell’ignavia! Nel contempo invitiamo anche i deputati ad abbandonare la seduta del Granconsiglio per protesta e ad unirsi alla popolazione.

2) chiede di fare chiarezza e trasparenza su come i ministri hanno votato. E’ stato o meno il ministro del PPD, il partito “cristiano” della “famiglia”, ad aver sostenuto i due leghisti (sempre attenti anch’essi alle “radici cristiane”) su cui non riponiamo alcuna fiducia, ad aver deciso di spaccare la famiglia di Arlind e di aver distrutto il futuro a un 17enne? Ed è vero che anche la ministra del PLR (fautrice anch’essa dell’educazione religiosa nella scuola) non ha brillato per umanità?

3) non si arrende e invita la popolazione a indignarsi perché mai come ora “l’obbedienza non è più una virtù”!

Partito Comunista della Svizzera Italiana
Massimiliano Ay, segretario