Pochi mesi prima della fine di ogni anno la stampa nazionale pubblica gli aumenti previsti e approvati dei premi delle casse malati per l’anno successivo. Ovviamente le assicurazioni puntano costantemente il dito sull’aumento dei costi della salute per giustificare gli aumenti annunciati dei premi. D’altro canto si leggono opinioni critiche e di disapprovazione di questi aumenti dei premi. Purtroppo si tratta soltanto di “parole contro parole” e alla fine non si sa chi ha ragione.

In questa nota si propone un cammino alternativo: diamo un’occhiata ai dati, ai numeri! La Figura 1 rappresenta l’evoluzione dell’indice dei premi delle casse malati e dell’indice dei prezzi al consumo.

F1Come mostra la Figura 1, dal 1999 al 2013 i premi delle casse malati sono aumentati del 70% , mentre l’indice dei prezzi al consumo è aumentato solo del 10% . E’ veramente possibile che i costi della salute siano aumentati di ben sette volte l’aumento dei prezzi al consumo? In particolare, dal 2008 in poi i prezzi al consumo sono rimasti invariati, mentre i premi delle casse malati sono aumentati quasi del 20% . Viene da domandarsi: Dove sono andati a finire i benefici della ricerca e del progresso nel campo della medicina? Perché è risaputo che il progresso tecnico e scientifico porta generalmente a una riduzione dei costi.

Ma diamo un’occhiata più dettagliata all’evoluzione dei premi. La Figura 2 rappresenta l’evoluzione dei premi delle assicurazioni malattia obbligatoria e complementari.

F2Come mostra la Figura 2, dal 1999 al 2013 i premi dell’assicurazione malattia obbligatoria sono aumentati del 83% , mentre quelli delle assicurazioni malattia complementari soltanto del 45% . Come mai? Ebbene, come insegnano i testi di economia politica, quando un servizio diventa obbligatorio e controllato dallo Stato, si riduce il grado di concorrenza, aumentano i prezzi e l’agenzia statale o ente regolatore che – si suppone – dovrebbe proteggere il cittadino–consumatore da eventuali abusi da parte delle società che offrono questo servizio, diventa – in un certo senso – quasi un alleato di queste società ed approva senza grande opposizione gli aumenti di prezzo richiesti dalle medesime società. Perciò non deve sorprendere che i premi dell’assicurazione malattia obbligatoria siano aumentati quasi del doppio rispetto ai premi delle assicurazioni malattia complementari, non obbligatorie e perciò soggette ad una maggiore concorrenza fra le varie società assicuratrici.

 In seguito abbiamo considerato gli aumenti dei premi anno dopo anno. Ed ecco un’altra sorpresa: Salta subito all’occhio che i maggiori aumenti dei premi delle casse malati si sono verificati negli anni 2001–2004 e 2010–2011. Eppure in quegli anni gli aumenti dei prezzi al consumo sono stati particolarmente bassi! Ebbene, rileggendo le corrispondenti comunicazioni dell’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) sull’approvazione dei premi ed in particolare l’indicazione di permettere alle società assicuratrici di mantenere delle riserve sufficienti, sorge immediatamente l’idea che questi aumenti dei premi particolarmente elevati negli anni menzionati potrebbero essere in qualche modo dovuti a risultati di una gestione finanziaria poco soddisfacenti durante gli anni precedenti. In effetti, come tutti i maggiori indici azionari del mondo, grazie agli effetti della globalizzazione, l’indice azionario svizzero SMI ha avuto le sue due maggiori cadute dall’inizio del millennio – superiori al 50% ciascuna – durante gli anni 2000–2002 e 2007–2008.

Per esaminare la relazione fra gli aumenti dei premi e l’evoluzione del mercato azionario, abbiamo perciò confezionato la Figura 3.

F3 aQuesta Figura mostra chiaramente che i maggiori aumenti dei premi delle casse malati sono stati effettivamente richiesti ed approvati negli anni 2001–2003 e 2009–2010 che seguivano le grosse cadute della Borsa azionaria, qui rappresentata dell’indice azionario svizzero SMI (2000–2002 e 2007–2008). In altre parole, l’ente regolatore sembra aver permesso alle società assicuratrici di compensare le perdite nella loro gestione finanziaria mediante aumenti dei premi particolarmente sostanziosi negli anni successivi. A questo proposito viene in mente un articolo di “cash” in cui si riferiva che, nell’anno 2001 quando fallì la compagnia aerea Swissair, una cassa malati importante aveva perso 380 milioni di franchi!

A modo di conclusione:

1)         Risulta difficile accettare le affermazione secondo le quali gli aumenti dei premi delle casse malati siano dovuti soltanto agli aumenti dei costi della salute in senso stretto.

2)         L’ente regolatore che riceve ed approva gli aumenti dei premi richiesti dalle casse malati, opera a favore dei cittadini–consumatori oppure nell’interesse delle stesse casse malati?

3)         Se l’ente regolatore permette alle casse malati compensare le perdite della loro gestione finanziaria per mezzo di aumenti dei premi particolarmente elevati negli anni successivi, che incentivi rimangono alle casse malati per svolgere una gestione finanziaria prudente?

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