La multinazionale statunitense di biotecnologie agrarie Monsanto sta investendo in aziende specializzate nella ricerca sulle api. Un’attività che preoccupa gli apicoltori americani.

Specializzata nello sviluppo di sementi geneticamente modificate e nella produzione di prodotti fitosanitari, Monsanto si è lanciata nel bio-controllo e si concentra sulle api.
Essenziali per il nostro ecosistema, questi insetti assicurano un terzo della nostra alimentazione.

Malgrado siano importi, le api se la passano male. In una quindicina d’anni la mortalità delle colonie di api ha raggiunto il 30%, quando si considera che la perdita “normale” non oltrepassa il 10%.
Un fenomeno che risulta da diversi fattori, soprattutto umani : cattiva selezione delle api in funzione della loro produttività invece che dal loro adattamento all’ambiente, mancanza di nutrimento legata all’impoverimento della biodiversità a causa dell’agricoltura intensiva, diminuzione delle colonie a causa di spostamenti delle arnie per l’impollinazione delle colture, utilizzo di pesticidi, ecc.

Di fronte all’alto tasso di mortalità delle api, Monsanto vuole operare per salvaguardare questi preziosi insetti attraverso ricerche genetiche.
Nel 2011 la società aveva acquistato Beeologics, azienda specializzata nella salute delle api.
“Monsanto sa che le api sono una componente essenziale di un’agricoltura durevole nel mondo – si giustifica la società in un comunicato stampa.

Per minimizzare il calo delle colonie di api, Beeologics centra il suo lavoro su soluzioni che vertono sulla replica dell’acido ribonucleico, permettendo agli impollinatori di sintetizzare le proteine necessarie nella lotta contro determinati virus.

Un successo, secondo la società. Ma questa tecnologia suscita dibattito nella comunità scientifica.
Christoph Then, veterinario specialista in biotecnologie ed ex esperto di Greenpeace commenta : “L’acido ribonucleico utilizzato è instabile e può passare da un organismo all’altro. Dunque a questo stadio la tecnologia non è abbastanza sicura per essere usata nell’ambiente.”

Una tecnologia che dovrebbe essere sviluppata nei prossimi anni e che, pur non essendo lucrativa come gli altri settori in cui è attiva Monsanto, offre alla società l’occasione di far dimenticare che l’industria dei pesticidi è la principale responsabile della scomparsa delle api.

Gli investimenti di Monsanto nel settore delle api sollevano comunque dubbi fra i professionisti. Lo scorso settembre, durante il congresso mondiale degli apicoltori, Gilles Ratia, presidente della federazione internazionale degli apicoltori Apimundia rammentava le attività di Monsanto in termini di modificazione genetica delle sementi e la commercializzazione dei suoi diserbanti, chiedendo se il colosso americano non stia cercando di avere l’esclusiva sull’apicoltura per rendere le api resistenti ai suoi propri prodotti chimici.

(Fonte : reporterre.net)