Al quotidiano del partito delle tasse, che sta scaldando i motori in vista della grande battaglia del 18 maggio, un piccolo sfogo può essere benevolmente concesso. Se si pensa a tutto ciò che i “cattivi” gli han fatto subire, alle perdite ingenti che gli hanno causato, sembra umano e caritatevole lasciarli ridere un po’. Un ridere verde però (e mica sono ecologisti!).

Ad Attilio Bignasca, nell’edizione odierna: «Gli tocca coordinare un partito perché “proprietà” di famiglia, ereditata dal fratello che non c’è più. Forse oggi lui amerebbe fare altro, come andare a pesca o a cercar funghi con i nipoti. E invece il destino gli ha riservato una faticosa sorte: tenere insieme un gruppo di persone, simili solo nell’amore per il potere. Lui ci prova tutte le settimane fra “fughe in avanti”, frasi non dette, qualche silenzio, sparate grossolane e pacche sulle spalle. Fatica, l’Attilio, e ne ha ben donde. Provateci voi a gestire un movimento populista senza l’indole del capopopolo. Una vitaccia! Chi glielo fa fare? Dài, la risposta è facile… ».