Il prossimo 18 maggio il popolo svizzero dovrà esprimersi sulla legge sul fondo Gripen che, se approvata, permetterà l’acquisto di 22 aerei da combattimento Gripen E, di produzione svedese, che andranno a sostituire gli ormai obsoleti F-5 Tiger acquistati nel 1976, nell’importante compito della protezione dello spazio aereo. Rispetto al voto di settembre, quando i cittadini elvetici hanno plebiscitato il mantenimento del servizio di leva obbligatorio, elemento fondamentale dell’esercito di milizia, sconfessando alla grande coloro che ormai da anni tentano, a fettina a fettina, di cancellare l’esercito, questo voto può apparire meno importante dal punto di vista dei valori e del coinvolgimento diretto dei cittadini. La realtà è però un po’ diversa.

Checché ne dicano infatti  i detrattori dei Gripen (ma noi, è bene rammentarlo, voteremo sul fondo), questo voto tocca  direttamente  la credibilità del nostro esercito di milizia, nonché la reale capacità dell’esercito di adempiere al suo ruolo di protezione e di difesa della popolazione e del nostro territorio, un compito, che tocca spesso l’ambito civile, previsto dalla nostra carta fondamentale, la Costituzione federale. La salvaguardia dello spazio aereo non è così effimera come qualcuno vorrebbe far credere, se pensiamo al fatto che giornalmente 3’550 voli interessano questo spazio. Già solo questo dato ci fa capire quanto sia  importante l’opera di monitoraggio  e di controllo che deve essere fatta per la sicurezza della popolazione e del Paese, a meno che, come sostiene qualcuno, non si voglia far capo a Paesi esteri; ciò che andrebbe nuovamente a detrimento della nostra sovranità nazionale, un concetto che, a parer mio e di quello di tanti altri cittadini, non è assolutamente negoziabile.

Non ho competenze e interessi in campo militare, né tantomeno   in quello aeronautico (figuriamoci!), però, da cittadina attiva,  so bene che la sicurezza e la protezione della popolazione rappresentano un compito primario dell’esercito e che il controllo dello spazio aereo resta un tassello importante nella protezione globale e nella sicurezza  del nostro Paese. Questa sicurezza, alla quale siamo subito pronti ad inneggiare, ogni qualvolta ci sentiamo minacciati anche da  piccole cose, coinvolge direttamente lo spazio aereo (in una lettera ai giornali, qualcuno, molto opportunamente, ha scritto che non ci troviamo in un paese a dimensione piatta, “flatlandia”) e allora la risposta da dare è abbastanza chiara e inequivocabile.

Molto si è inoltre detto sui costi di questo acquisto,  raffrontandoli a quelli di altre voci di spesa. Come molti altri , non sono disposta a mercanteggiare  sui compiti previsti dalla Costituzione a difesa della sicurezza e della sovranità del Paese.  Tanto più che i 3,1 miliardi di franchi destinati all’acquisto di questi aerei verranno prelevati dal bilancio ordinario  dell’esercito, attraverso un versamento annuale  di 300 milioni di franchi dal 2014 al 2024. Per il finanziamento di questi aerei non si dovrà pertanto far capo a nuove imposte (non sarebbe proprio il caso!) e non si dovrà neppure risparmiare su altri settori. Diciamole chiaramente queste cose a chi strumentalmente vaneggia  sull’incidenza dei costi di questo acquisto e su altri settori quali la socialità e l’educazione.

Va altresì detto che anche il Ticino beneficerà  delle compensazioni dirette di questo acquisto(così disse il consigliere federale Maurer), mentre per quelle indirette bisognerà vedere come si muoveranno  le nostre aziende del settore. Inoltre, a mio modo di vedere,   a parità di prestazioni , è sempre meglio acquistare aerei da paesi amici e neutrali come la Svezia, piuttosto che da paesi, come gli Stati Uniti e la Francia, che stanno conducendo una guerra economica e finanziaria contro il nostro paese.

Dal 2011, i cittadini elvetici sono stati chiamati al voto ben tre volte su temi che coinvolgono l’esercito, da chi l’esercito pensa semplicemente di eliminarlo. Nel febbraio del 2011 si tentò di disarmare militi, tiratori, cacciatori  e collezionisti; nel settembre 2013 venne attaccato frontalmente il sistema della milizia e ora è la volta della protezione dello spazio aereo. Non facciamoci ingannare e votiamo un chiaro sì a favore della legge sul fondo  per i Gripen.

Iris Canonica, Associazione Libertà e Valori.ch