— I nostri soldi a Fallitalia mai! Alla mafia, alla camorra (eccetera) giammai! Vedrete che l’Expo 2015 non la faranno neppure…

— Un’occasione straordinaria, irripetibile. Tutto il mondo, 147 nazioni, convergerà su Milano. Potremo entrare in gioco, allacciare contatti, presentare e proporre la nostra bella e importante città. Noi dobbiamo e vogliamo partecipare.

Un divaricamento plateale, galattico. Da un lato il fronte del referendum (leghista); dall’altro il fronte del municipio (a maggioranza relativa leghista).  Al centro un uomo abile e astuto, facile da conoscere ma non facile da conoscere a fondo, che ha tratto – da 23 anni di battaglie che hanno molto cambiato il Ticino politico – tutti i vantaggi (politici) possibili. Un uomo che, sinora, non ha mai perso. Il Sindaco.

Oggi in conferenza stampa a Palazzo civico con il segretario generale Mauro Delorenzi e il dir. Claudio Chiapparino. Sono arrivato con leggero ritardo ma ho ascoltato con attenzione. Hanno parlato tutti bene, e abbastanza a lungo: un’ora nel complesso all’incirca. Il tono: modesto e concreto, nessuna sparata. Quello che ci voleva. Forse un po’ enfatico il label coniato: LUGANO GIARDINO DEL MONDO. L’altro giorno prendevo l’aperitivo (uno dei mille) a Villa Sassa e guardavo giù, sopra Molino Nuovo. Insomma. Vi racconto in breve ciò che ho capito e come l’ho capito.

  • Lugano intende muoversi (ha già incominciato) in direzione dell’ Expo 2015 di Milano, indipendemente dall’esito del referendum, che è cantonale e riguarda una decisione del Gran Consiglio.
  • Lo farà impiegando mezzi ragionevoli, già messi a preventivo, e li spenderà oculatamente. Non “regalerà  i soldi agli italiani” (espressione mia).
  • Un progetto – raffinato, brillante e innovativo – denominato “Bello come il pane” è stato abbandonato. Le sue “ricadute” apparivano incerte e i suoi costi esorbitanti: un milione (uella! red) poi “compresso” a 700.000 (doppio uella! red).
  • Un atout formidabile verrà giocato: la chance di promuovere Lugano come città a vocazione internazionale, piazza fornitrice di servizi di alto livello, sito residenziale privilegiato.
  • Un secondo evidente atout: l’afflusso turistico “collaterale” – si pensi che all’Expo si attendono 20 milioni di visitatori – di cui godrà la Città (e la regione).
  • Il Municipio ha adottato, riguardo le relazioni con l’Expo e il da farsi, una risoluzione approvata all’unanimità. I giornalisti, ansiosi: “Hanno votato tutti sì? Proprio tutti?” Lui, che non è presente, ha votato sì (ha assicurato il Sindaco con un sorriso).

Al termine, poche domande, i giornalisti non erano in vena. Mi limito a citare la prima: “Di fronte al referendum il Sindaco riveste una posizione bivalente: da un lato è il governante della Città; dal lato opposto un esponente politico di primo piano del partito che ha lanciato il referendum. Come egli vive e intende gestire tale bivalenza? Pensa che il referendum sia stato un errore? Ha tentato concretamente di scongiurarlo? Lo combatterà?

Borradori ha risposto così. 1) Io non volevo (noi non volevamo) il referendum.  2) Non volevamo che fosse deciso così e non volevamo che fosse annunciato così.  3) Ma è stato fatto.  4) Se il referendum vincerà, lo stanziamento cantonale svanirà ma Lugano potrà ugualmente – con mezzi propri – perseguire il suo progetto.

(commento) La spaccatura è conclamata e la lotta si preannuncia appassionante. Ma coloro che già si fregano le mani sperando che gli “impresentabili” si massacrino a vicenda rischiano di rimanere delusi. La Lega “tutto-e-il-contrario-di-tutto” solitamente da simili macelli esce rinvigorita e trionfante.

francesco de maria