L’impero americano e la bolla del credito dipendono strettamente uno dall’altro. Se gli Stati Uniti non fossero così vasti e potenti, non potrebbero imporre il dollaro come moneta di riserva mondiale. Senza il loro statuto di riserva (dollari invece di oro) non potrebbero inondare il mondo della loro moneta. Senza i dollari, la bolla del credito non potrebbe continuare a svilupparsi. E senza la crescita del credito, non vi sarebbe modo di pagare le spese derivanti da un impero planetario.

Questo non implica veramente il miracolo della crescita senza il risparmio, ma fornisce un indizio di quel che succederà quando le cose non funzioneranno più.
Tutte le bolle e tutti gli imperi prima o poi esplodono. Un impero che dipende da una bolla del credito è doppiamente esplosivo. Quel che serve per accedere la miccia è un ribaltamento del ciclo del credito.

Dall’invasione delle Filippine alla guerra in Vietnam, l’impero americano è stato finanziato dal potere ricco e produttivo dell’economia statunitense. Ma mentre la guerra in Vietnam stava per finire, la fonte delle finanze imperialiste è passata dalla produzione attuale alla produzione futura.
Gli Stati Uniti sono passati a un sistema di moneta puramente fiduciario e per le loro avventure militari si sono rivolti vero il prestito. La pesante fattura cadrà sui contribuenti di domani.

Gli argomenti per le grandi spese di sicurezza sono crollate nel 1979, quando la Cina ha preso la via del capitalismo e nel 1989, quando la Russia ha abbandonato il comunismo.
Ma a quel momento, il complesso militare-industriale di cui parlava Eisenhower aveva già il controllo di Washington. Niente e nessuno poteva impedire che i fondi fluissero verso il settore della Difesa.
Il guadagno sugli investimenti di queste spese era ben inferiore a zero, in quanto tutti gli affari esterni hanno probabilmente creato più nemici di quanti ne abbiano neutralizzati. Il settore industriale si indeboliva e la crescita rallentava.

Al contempo, le spese sociali aumentavano e senza la robusta crescita degli anni 1950 e 60, finanziarle era impossibile. L’impero ha fatto dunque ricorso al credito e non ha più registrato un bilancio veramente equilibrato. Dalla fine dell’amministrazione Carter i deficit sono aumentati anno dopo anno.

Quando Ronald Reagan era arrivato alla presidenza negli anni 1980, una feroce battaglia si era svolta per le finanze federali.
I conservatori condotti da David Stockman, il giovane direttore del bilancio di Reagan, pensavano che il governo fosse obbligato a equilibrare il bilancio.
I neo conservatori erano maggiormente al corrente dell’umore del pubblico e dei miracoli resi possibili dall’aumento del credito.
“I deficit non sono importanti – aveva dichiarato Dick Cheney. Vinsero i neo conservatori. Stockman lasciò l’amministrazione Reagan e raggiunse Wall Street.
I deficit aumentarono a una velocità vertiginosa. Stockman scrisse un libro, The Great Deformation, spiegando come l’economia americana fosse stata corrotta dai suoi settori principali – il governo, la sicurezza e la finanza.

Arrivati negli anni 1990, la combinazione fra un mercato borsistico in rialzo, bassi tassi d’interesse, la fine della Guerra fredda e un certo scoraggiamento circa le tradizionali spese democratiche, ha lasciato al governo di Bill Clinton condizioni molto favorevoli – al punto che non si riusciva a spendere i soldi abbastanza velocemente.
I redditi del governo erano alti. Le opportunità di spesa erano limitate. Ne risultò un bilancio equilibrato – ignorando i costi della Sicurezza sociale.

Il vero inizio dell’abuso del credito iniziò negli anni 2000, con l’amministrazione di George W. Bush.

(Fonte : news360x.fr)