I rospi di BancaStato (titolo originale)
dal blog www.sergiosavoia.ch


(fdm) La storia ho deciso di farla raccontare all’ineffabile Sergio che – ai miei occhi – è nettamente superiore alle solite “posse” agenzie. Osservazioni:
— Non si può dire che Pelli non abbia parlato: ha tenuto una conferenza stampa e ha parlato alla radio
— Ha, ovviamente, minimizzato (cosa non facilissima)
— Certe sue dichiarazioni suonano bizzarre, una per tutte: non ci sarebbero “fattispecie penali di natura bancaria“. Restano (ipotizziamo) possibili: spaccio di stupefacenti? Scippo a una vecchietta in un vicolo buio? Pirateria stradale?
— (Non so se sia importante) L’attuale direttore della ISS è Sergio Morisoli, granconsigliere e leader di Area Liberale.


Tanto per cambiare viene fuori una gabola a BancaStato. Tanto per cambiare la commissione di controllo parlamentare non ne sapeva niente. Qui sotto vi racconto i fatti “in modo semplice”, come sapete che si fa su questo blog.

Da qualche anno BancaStato affida i lavori interni che non hanno a che fare con l’attività bancaria a un’azienda che si chiama ISS. Prima la banca li faceva lei, poi ha dato mandato a questa azienda che ha riassunto buona parte dei dipendenti della banca che si occupavano di quelle mansioni. Outsourcing, insomma: la solita schifezza…

Alla fine del 2013 la banca disdice il contratto con la ISS. Il contratto vale quattro milioni e mezzo, secondo quel che si sa. Non proprio bruscolini, insomma. Nel frattempo BancaStato, in un’encomiabile dimostrazione di decisionismo, assegna il lavoro a una nuova azienda, che si chiama FaciliTi. FaciliTi è nata da poco ma evidentemente va già fortissimo e si merita la fiducia della banca. Beata lei: devono essere proprio bravi, giusto? Sbagliato.

La FaciliTi è stata appena fondata da un signore che non è però proprio di primo pelo, visto che fino a poco tempo prima lavorava per la ISS. L’uomo si chiama Adriano Kohler. Kohler pianta in asso la ISS nel marzo 2013, viene seguito a qualche mese di distanza da un suo collega ISS, certo Ivano Binotto. Binotto gestiva i rapporti di ISS con BancaStato. Conosceva dunque vita morte e miracoli del contratto. Insomma, uno che veniva comodo se c’era da fare un’altra offerta concorrente a quella di ISS.

Capite dove vado a parare. La ISS non ci sta. Secondo l’azienda sedotta e abbandonata i due fuoriusciti hanno potuto fare un’offerta concorrenziale perché hanno slealmente approfittato delle conoscenze acquisite quando lavoravano per la ISS.

La ISS sporge denuncia. Si avvia l’inchiesta. Sono sentiti il direttore generale della Banca, Bernardino Bulla e il responsabile della logistica, Renato Arigoni. Il primo dice di non averne saputo niente fino a metà 2013. Peccato che poi emerga, da un’analisi dei computer, una ‘lettera d’intenti’ del 2012, firmata da tutti e due i nostri eroi insieme alla FaciliTi. Dimostrerebbe, quindi, che i contatti tra i due e Kohler c’erano già quando ancora questi lavorava per la ISS. E che Bulla non l’avrebbe proprio raccontata giusta.Adesso Bulla e Arigoni sono accusati di varie cosucce tra cui distruzione di documenti, falsa testimonianza, e complicità nel reato di concorrenza sleale. Per tutti loro vale il principio che, finché non sono trovati colpevoli, sono da considerarsi innocenti.

Detto ciò, mi domando e dico: c’è una commissione del parlamento che vigila su BancaStato. Ne ho fatto parte anch’io prima di andarmene sbattendo la porta. Sì, perché i vertici di BS non dicono mai nulla alla commissione del parlamento. Ve lo ricordate il caso del precedente direttore, Barbuscia, messo via senza il prete, raccontando un sacco di balle alla commissione di controllo parlamentare? Se non ve lo ricordate, ve lo racconto in un prossimo post.

Adesso l’ineffabile presidente della Banca dello Stato del Canton Ticino, ex-onorevole Fulio Pelli, come sempre fa nei momenti difficili tace. E anche in questa occasione la commissione di controllo non ha saputo una benemerita cippa.
BancaStato è la nostra banca. Dovrebbe essere gestita in modo trasparente a favore dell’economia ticinese e dei cittadini ticinesi. Oggi la ministra dell’economia, signora Sadis, e il presidente signor Pelli, devono dare parecchie spiegazioni.

Non possono menarci per il naso come successe qualche anno fa con la vicenda Barbuscia, o un paio di anni fa con quella relativa all’accordo sul caso Tuto Rossi. Abbiamo ingoiato troppi rospi. E questo è veramente troppo grosso.

Sergio Savoia