Pubblicato nel Corriere e riproposto con il consenso dell’Autore.

In queste settimane prima del voto del 18 maggio sono apparse numerose opinioni riguardanti l’acquisto dei nuovi aerei dell’esercito Gripen. I contrari hanno diffuso informazioni sbagliate e considerazioni che nulla c’entrano con le questioni fondamentali. La vera posta in palio è l’indipendenza e la sicurezza del nostro paese.

In breve tempo dal 2011 si sono susseguite votazioni che cercano di indebolire l’esercito e la sua credibilità. Dopo l’iniziativa popolare “Per la protezione della violenza perpetrata con le armi” è seguita quella per l’abolizione dell’obbligo di prestare servizio militare. Tutte sono state respinte in maniera chiara. Con quest’ultima iniziativa non si vuole fornire un armamento moderno al nostro esercito e soprattutto lo si priva di mezzi che assicurano la sovranità del nostro spazio aereo.

Occorre quindi sfatare alcuni miti. Il Gripen è decisamente più economico per rapporto ad altri modelli, ha un ciclo di vita di 30 anni e costa circa 100 mio di franchi l’anno. Ciò significa l’1.5 per mille delle spese globali della Confederazione. Su cento franchi di spese dello Stato pagheremo 15 centesimi per i Gripen. I tanto conclamati costi d’esercizio e di manutenzione ci costeranno in realtà soli altri 15 centesimi. L’acquisto viene interamente finanziato dal budget dell’esercito. Per il Gripen non si chiede nemmeno un centesimo in più ai contribuenti. Questi soldi verrebbero comunque utilizzati per altri acquisti militari. Se gli oppositori vogliono modificare questa situazione, dovrebbero contestare la suddivisione delle spese globali della Confederazione.

Inoltre il modello scelto è quello che risponde meglio alle nostre esigenze ed è in grado di proteggere il nostro Paese da ogni minaccia. Ma vi è un volano importante e spesso sottaciuto. Sono previsti affari miliardari di compensazione per l’acquisto degli aviogetti di cui potrà approfittare la nostra economia privata.

Non acquistare i Gripen significa lasciare sprovvisto il nostro paese di una efficiente difesa aerea. Gli FA 18 già oggi non riescono a coprire totalmente i nostri bisogni in tema di polizia aerea. Dal 2025 essi raggiungeranno la fine del loro ciclo. I Tiger hanno un livello tecnico di decenni e non sono più idonei a rispondere alle nostre esigenze. La carta del rinnovamento è quella dei Gripen.

L’importanza delle forze aeree è incontestata. La superiorità aerea è decisiva per l’esito di uno scontro e per la difesa del proprio territorio. L’esercito è un sistema composto da diversi elementi. Se ne manca uno importante – come la protezione dello spazio aereo – è sempre più difficile adempiere il suo compito.

Chi è contro l’esercito da anni ne persegue l’indebolimento e la sua abolizione a tappe. Quali cittadini dobbiamo essere consapevoli di questo. La sicurezza gioca un ruolo sempre più essenziale. Votando sì al Gripen il 18 maggio non decideremo solo un modello di aereo ma se vogliamo mantenere un esercito pronto all’impiego, preservare la nostra indipendenza e soprattutto garantire la sovranità del nostro spazio aereo.

Roberto Badaracco, deputato PLR in Gran Consiglio