I cittadini vanno rispettati e non munti!

COMUNICATO STAMPA

Bastava rileggersi uno dei tanti rapporti della Commissione della Gestione 2011 per capire che già allora, non solo si chiedeva al Municipio un piano finanziario (d’altronde richiesto dalla legge) ma già si suonavano le “campane a morto” sullo stato delle finanze cittadine.

Nessuno però, ha voluto seriamente chinarsi sul problema e prendere l’iniziativa politica di arrestare questa emorragia annunciata. Non solo il rapporto citato del 2011, ma molti consiglieri comunali, che sono presenti ancor oggi in questa sede, avevano ricevuto nel 2010 il “Piano strategico di stabilizzazione delle finanze 2010/2013″ e anch’esso esprimeva cifre allarmanti per l’avvenire. Non si trattava di un piano finanziario richiesto dalla legge, è vero, ma bastava sfogliarlo per rendersi conto che le cose stavano peggiorando mese dopo mese: Lugano ha speso più di quanto guadagnava, andando così a sottovalutare sia le uscite sia di gestione corrente che gli investimenti.

A quei tempi, le condizioni economiche erano migliori e un settore molto importante, come quello delle banche, lo si riteneva immune alla crisi e a cambiamenti epocali. Ma la crisi e i cambiamenti del settore finanziario (causati dalla decadenza del segreto bancario), hanno fatto sì che, in pochi anni, si passasse e passerà da un fiore all’occhiello nazionale a mercato dell’usato.

Il primo tsunami si è già abbattuto anche contro la piazza luganese, facendo mancare alle casse del Comune decine di milioni di franchi annui e il secondo arriverà presto con gli accordi internazionali OCSE e scambio informazioni. Sottovalutando la situazione internazionale intorno a noi, Lugano è rimasta senza queste importanti entrate ma ha continuato a spendere come se le avesse in tasca per sempre.

Con queste “super visioni” ci troviamo oggi (notizia di qualche settimana fa) con un deficit peggiore di quello stimato per il 2013 di circa 50 mio di franchi e un debito pubblico che supererà, se non l’ha già fatto, il miliardo di franchi, e non ci sono storie che tengano. È ora che si ripensi ai compiti dei dicasteri cittadini ed è tempo che si setaccino meglio tutte le spese di questa città, quartieri compresi, dalla semplice carta igienica agli stipendi, oltre che a tutte le spese che ancor oggi ci sono a bilancio e che non vengono ridotte per motivi politici e/o a causa di meri calcoli elettorali.

Per quanto riguarda la questione degli investimenti, il peggiore di tutti è il costo faraonico del LAC; MAI si potranno coprire i costi di questa “macchina mangia soldi”. Si tratta di “un cantiere nato storto e che finirà storto”, come qualcuno ha detto giorni fa. Questo progetto megalomane sarà la causa di ulteriori aumenti di moltiplicatore, perché si sa, la cultura è sicuramente interessante e fa parte del DNA umano da secoli, ma non sarà mai redditizia (vedi Berna come esempio).

Oggi ci troviamo con le pezze sui pantaloni e il LAC dovrà essere rivalutato con la possibilità che esso venga ceduto in parte a privati; questo il più in fretta possibile prima che si trasformi in un iceberg in rotta di collisione contro la città. Sempre seguendo la stessa corrente bisognerà ripensare anche al futuro di un aeroporto in gestione mista pubblico/privato (PPP) e così altri beni.

Bisogna pensare anche a nuove entrate per sopravvivere e qui il Municipio dovrebbe essere più “imprenditore” e meno burocrate. Lugano e periferia devono trovare i mezzi, le opportunità, i luoghi, le soluzioni, per attirare non solo nuovi contribuenti privati ma anche giuridici che possano potare indotto e posti di lavoro concreti. Basta implementare finte società senza soldi e senza personale, che non portano indotto.

Nelle tabelle che sono state presentate nel preventivo 2014 e nel MMN.8918 “Aumento del moltiplicatore” di cui è oggetto questa sera, a pagina 5 si potrà notare l’esodo di persone giuridiche dal 2008 in avanti. Ad esempio, dal 2008 al 2012 vi sono mancanze/ partenze nell’ordine del 60% circa per un ammontare di 30 milioni di franchi: sono troppe per non preoccuparsi e sono anche troppi soldi che mancano. E’ vero, vi sono tasse non ancora incassate ma ciò non giustifica il fatto di non poter accelerare le pratiche fiscali tramite gli uffici preposti. Ad ogni modo, il cuore della questione resta il fatto di attirare e rimpiazzare le partenze con nuove aziende e nuovi contribuenti facoltosi.

Anche i rapporti con il Cantone dovranno essere rivisti sulla perequazione; non possiamo più contribuire con circa 20/25 milioni di franchi annui per mantenere la metà del Canton Ticino, perché vi sono molti comuni nel resto del cantone che vantano avanzi d’esercizio. Ebbene, basta scaricare le tabelle ufficiali delle perequazioni per capire che questi comuni intascano soldi e non fanno investimenti, apparendo cosi attrattivi ai contribuenti e con moltiplicatori d’imposta sempre più bassi. certo che il gioco può funzionare finche vi sono comuni come Lugano che continuano a versare contributi che oggi pesano come macigni sui bilanci cittadini.

Anche i rapporti con i comuni che usufruiscono dei servizi di Lugano dovranno ben presto, se non hanno gia iniziato, passare alla cassa. Inutile sottolineare che chi riceve un servizio lo dovrebbe pagare. Il Municipio si faccia avanti senza remore e inizi ad incassare il dovuto.

In sintesi il nostro NO è così giustificato:

A) Non sono i cittadini, i primi a metter mano al portafoglio per errori di gestione e valutazione create dagli amministratori del comune negli anni trascorsi.
B) Non siamo d’accordo sui “taglietti alle spese” messe in atto fino ad oggi troppo cosmetiche, servono tagli maggiori e consistenti. Inoltre in proporzione ai richiesti 10 punti percentuali del moltiplicatore il Comune vanterebbe entrate di 30 milioni contro tagli per circa la metà, ovvero 16 milioni e per noi questo rapporto è insufficiente.
C) Riteniamo fuori luogo, rispetto all’austerità della richiesta, le troppe assunzioni, anche fuori concorso, fatte e pianificate in futuro, specie nel DAC/LAC.
D) Il preventivo 2014, presentato già nell’anno in corso, è basato sul moltiplicatore all’80% e quindi siamo contro questa distorsione contabile.

Per finire ma non da ultimo, manca da anni il piano finanziario che dovrebbe dare le indicazioni sul corto/medio periodo di come la città vorrebbe spendere i soldi dei contribuenti che sempre meno hanno nelle saccocce.

Ricordiamoci che i cittadini non sono mucche da mungere ogni qual volta l’amministrazione spende più di quanto guadagna e quindi deve correre ai ripari. I cittadini guadagnano il pane quotidiano con molti sacrifici e quindi vanno non solo ringraziati ma anche rispettati e dovremmo aver vergogna di continuare a chiedere loro di salvare capra e cavoli.

Tiziano Galeazzi e Raide Bassi, consiglieri comunali, UDC Lugano