Accordi OCSE; verso una finanza mondiale tripolare (titolo originale)
“Siamo nauseati da Berna”

Il Consiglio Federale, senza quasi più ostacoli, oramai avanza al galoppo sul dossier degli accordi OCSE per lo scambio d’informazioni fiscali. Eravamo rimasti non troppo tempo fa a una posizione molto più prudente e attendista sul fatto che se non avessero accettato e firmato tutti i  Paesi (con piazze finanziarie importanti) pure noi non avremmo aderito per primi. Era il classico “fumo negli occhi” che oramai ne siamo abituati e nauseati da Berna. Non credo nemmeno che in autunno di quest’anno il Parlamento (ultima barriera difensiva su cui contare) riuscirà a bloccare questa firma e tanto meno di trovare un partito in Svizzera che lanci un referendum.

Nella Capitale non si rendono conto di come gli operatori di settore siano, ogni giorno, sollecitati e minacciati da parte della clientela. Ogni santo giorno vi sono roventi chiamate e visite di clienti “arrabbiati” con il sistema unilaterale intrapreso dalla politica e da più banche, cioè costringere clienti che per decenni hanno alimentato i nostri istituti di credito a mettersi in regola, autodenunciandosi. Non dimentichiamo poi i problemi che molti consulenti bancari avranno con gli USA e la trasmissione dei  loro nomi con quelli dei clienti.

Tutto questo giustificato da presunti accordi che nemmeno sono ancora in vigore totalmente e per la famosa e mai abbandonata “weissgeld strategie”, fiore all’occhiello di una strategia masochista in salsa elvetica.

Mentre il settore in questione è in netto subbuglio anche a causa delle notizie a dir poco “preoccupanti” riguardanti la seconda banca svizzera alle prese con la giustizia USA (non trovo niente di cui rallegrarsi, visto che poi passeranno centinaia di altri istituti svizzeri alla cassa americana e più tardi a quelle dell’UE) il Consiglio Federale, senza più freni, corre avanti per essere ancora una volta desideroso di appartenere alla categoria degli “scolaretti primi della classe” nel mostrare la nostra capacità evolutiva in questo campo. Credono che i nostri avversari economici, che ci stanno facendo la guerra da anni (specie le piazze anglosassoni), ci riconoscano qualche premio alla volontà di massima trasparenza. Mentre nella realtà se la ridono sotto i classici “baffi” e si fregano le mani per il futuro bottino e controllo finanziario globale.

A oggi noi svizzeri stiamo accelerando come se avessimo persino fretta di autodistruggerci, mentre non abbiamo ancora sentito nulla in merito alla buona volontà dalle piazze finanziarie londinesi e  americane e/o dagli Stati come il Delaware, la Florida o il Texas quali esempi per società di sede.

Che conclusioni  trarre? Oramai sono sotto gli occhi di tutti. In questo Nuovo Ordine Mondiale finanziario  la Svizzera non ha più alcun diritto di avere una piazza finanziaria forte, competente ed evoluta, e cosi l’Europa continentale. Tutto questo è stato deciso probabilmente a tavolino anni fa in qualche parte nel Mondo.

In un futuro non troppo lontano si avranno tre poli finanziari mondiali. Uno di stampo anglosassone, uno mediorientale e uno cino-russo. “Tre placche tettoniche” che faranno scintille ogni qual volta si scontreranno per controllare il flusso mondiale del denaro e in queste manovre, state pur certi, sia la Svizzera che l’Europa non avranno alcuna parte.

Tiziano Galeazzi, coordinatore Swiss Respect Ticino e GR