Martedì, Farzana Parveen, 25 anni, è stata lapidata a morte da una trentina di uomini, tutti suoi famigliari, perchè si era sposata senza l’accordo di suo padre.

Il primo ministro del Pakistan, Nawaz Sharif, giovedì ha preteso misure urgenti nel caso della donna incinta lapidata dalla sua famiglia nel centro di Lahore – città di 10 milioni di abitanti nella provincia centrale del Pendjab – e il cui marito ha ammesso di aver ucciso la sua prima moglie.

La colpa della donna era stata quella di essersi sposata senza il consenso dei genitori, in un paese dove molti matrimoni sono combinati tra famiglie.
La polizia ha arrestato il padre della donna, mentre gli altri famigliari sono ancora tutti liberi.

In Pakistan le leggi entrate in vigore dall’inizio degli anni 2000 proibiscono i matrimoni forzati e penalizzano i delitti d’onore, ma si scontrano con tradizioni ancestrali e rigorosi dettami religiosi.
Spesso la polizia rifiuta di intervenire nelle questioni famigliari. Esistono inoltre disposizioni di legge che permettono agli assassini di sfuggire alla giustizia se pagano la “diya”, il “prezzo del sangue” alla famiglia della persona che hanno ucciso.

Il vedovo di Farzana, Mohammad Iqbal, un agricoltore di 45 anni, due giorni dopo la lapidazione della moglie ha confessato di aver ucciso, sei anni fa, la sua prima moglie e di essere sfuggito alla condanna proprio perchè aveva pagato la diya.
“Ero innamorato di Farzana – ha detto all’agenzia AFP in un colloquio telefonico – e per sposarla ho ucciso la mia prima moglie, l’ho strangolata.” Il figlio della coppia aveva sporto denuncia contro il padre, ma in seguito lo aveva perdonato dopo il pagamento della diya.

Tornato in libertà, Iqbal aveva convinto Farzana a sposarlo, ma dopo un accordo iniziale la famiglia della ragazza aveva chiesto il versamento di una dote più cospicua, cosa che Iqbal aveva rifiutato.
La coppia si era sposata malgrado il divieto della famiglia della ragazza. Il padre di Farzana si era così sentito disonorato e aveva covato la vendetta verso la figlia.

In Pakistan nel 2013 un migliaio di ragazze e di donne sono state uccise per aver disonorato le proprie famiglie.
“Il governo deve prendere misure forti e urgenti per mettere fine a questo continuo flusso di cosidetti delitti d’onore – ha dichiarato la Commissaria delle Nazioni Unite per i diritti dell’uomo Navi Pillay.

Giovedì gli Stati Uniti hanno ufficialmente condannato “il crimine odioso”, mentre la portavoce del Dipartimento di Stato Jennifer Psaki ha chiesto che i responsabili siano rapidamente condannati.

Il ministro britannico degli affari esteri William Hague si è detto disgustato dalla morte atroce di Farzana Parveen e ha esortato il governo pachistano a prendere misure rapide per portare di fronte alla giustizia tutti gli autori di questo crimine e mettere fine alla pratica dei delitti d’onore.