(fdm) Pubblico con piacere questo articolo spiritoso. Al “Rauletto” però dico, da vecchio saggio bonario e ammonitore: guarda dove sono arrivati i leghisti con le loro “patacche”. Rifletti. Non avranno per caso in sé anche qualcosa di “buono”? La stessa esortazione rivolgerei a “splash” Cattaneo e, per par condicio, a Dick Marty, mio compagno di classe ai tempi dell’Algeria del generale De Gaulle, al quale egli guardava con venerazione.

Interessante e sorprendente la dedizione di Ghisletta per i numeri e le date, che io condivido appieno. 410, 476, 1527… Ben scelte! Io, secondo il mio gusto, proporrei: 44aC (si sa), 1485 battaglia di Bosworth Market (“A horse! A horse! My kingdom for a horse!”), 1536 decapitazione di Anna Bolena (che il Re aveva sposato tre anni prima, s’era stancato presto…), 1584 “dimostrazione” (a Venezia) del principe Vincenzo, poi duca di Mantova Vincenzo I.

Pertinente l’osservazione su Borradori che, pur non avendo affatto lo stile leghista, ha tratto dalla Lega tutti i vantaggi possibili e immaginabili. Qui ci starebbe però almeno una lode per la sua accortezza ed abilità. Aggiungo che, una volta, alla mia precisa domanda “Borradori è leghista?” egli rispose senza esitare “Al cento per cento!”

Adesso godiamoci la composizione ghislettiana, per ben incominciare la settimana.

Sacco di Roma Alarico
Sono oggetto domenicale della becera prosa leghista volta a falsificare i fatti e a denigrare gli avversari, prosa che da anni viene orchestrata dal municipale di Lugano Lorenzo Quadri, successore dei defunti Giuliano Bignasca e Flavio Maspoli, con la benedizione del sempiterno Marco Borradori (che però non c’entra mai, dato che lui e il Mattino non sono la stessa cosa, ma ne trae grande vantaggio, il che deve essere moralmente punibile da qualche parte nell’universo). Sono ormai giunto a 410 patacche da infilare sulla mia divisa logora di soldato della politica ticinese e ovviamente non mollo, in quanto intravvedo altri traguardi di latta: il prossimo è il 476 e, lontano, c’è il 1527. Mi diverte il fatto che secondo gli ignoranti estensori del Mattino io sarei comunista, e sicuramente molti cominciano a crederci nei bar e nelle case civili dove la domenica si mangia la polenta con lo spezzatino di manzo (e non i bambini!!!). Cosa abbastanza comica per uno come me che ha studiato Eduard Bernstein, Karl Kautsky e guardato con ammirazione Willy Brandt, Olof Palme, ecc. socialdemocratici che amavano dire pane al pane e vino al vino, persone probabilmente sconosciute in Via Monte Boglia. Ma Lorenzo Quadri & Co. probabilmente un giorno arriveranno a scrivere anche che l’AVS e lo Stato sociale li ha inventati il defunto Giuliano Bignasca e che non è invece il frutto dello sciopero generale organizzato dal Comitato di Olten nel 1918 e della lotta politica decennale del Partito socialista e dei sindacati. Ultimamente il Mattino della domenica ha inventato anche la frottola in base alla quale un sindacalista come me difende “pro saccoccia” l’esistenza di un contratto collettivo di lavoro presso il settore aiuto a domiciliare ticinese, come se un sindacato versasse il salario in base alla cifra d’affari. Secondo i fascisti i sindacati chiaramente devono essere aboliti e sostituiti dal consiglio delle corporazioni, che mette tutte le cose a posto alla presenza del duce; secondo i leghisti non si capisce bene cosa devono fare i sindacati e chi dovrebbe difendere i lavoratori licenziati ingiustamente o penalizzati dal dittatore di turno. Se non devono occuparsi di creare/mantenere dei contratti collettivi di lavoro cantonali e di avere degli affiliati da tutelare tramite un legale davanti alla giustizia (cosa che sembra aver fatto imbestialire il presidente Macchi di SCuDo nel famoso caso della signora A.B.), cosa devono fare i sindacati? Forse i sindacati dovrebbero cercare pubblicità erotica per il Mattino, andando a discutere con i Girardi di turno come ha fatto il coordinatore della Lega?

PS: Vi devo una spiegazione sui numeri. 410 è la data del sacco di Roma da parte dei Visigoti. 476 è la caduta dell’Impero romano d’Occidente e il 1527 il sacco di Roma da parte dei lanzichenecchi.

Raoul Ghisletta, segretario sindacale VPOD Ticino