Per la tutela dei minori e del buon senso: una campagna anti-AIDS deve necessariamente far capo ad immagini pornografiche?

INTERROGAZIONE PARLAMENTARE

Chiedo al Consiglio federale:

1. A fronte delle migliaia di firme spedite al DFI in reazione alla nuova campagna-AIDS dell’UFSP, come definisce le immagini proposte?

2. Ne condivide i contenuti e messaggi?

3. Come valuta il rischio che bambini e giovani possano vedere queste immagini volgari, diffuse anche via TV e internet?

4. Non intravvede incoerenza tra la politica di prevenzione nei confronti della pornografia finanziata dalla Confederazione e una campagna pubblica a contenuto altamente scabroso?

5. Non teme che proporre immagini di sesso esplicito incentivi comportamenti devianti da parte di minori?

6. Intende interrompere la campagna e adottare provvedimenti nei confronti dei suoi ideatori?

7. Non ritiene che la diminuzione dei casi sia piuttosto dovuta ai progressi della medicina anziché all’efficacia di tali discutibili campagne?


Motivazioni

Da una decina di anni, le campagne pubbliche anti-AIDS sembrano essere diventate l’occasione per propinare al pubblico immagini volgari. Conferma questa tendenza neppure la nuova campagna anti-AIDS, lanciata lo scorso 12 maggio con il motto “LOVE LIFE – nessun rimpianto” . Destinata alle persone sessualmente attive in Svizzera, la campagna mira – stando al comunicato stampa dell’UFSP – “a incoraggiarle a optare per una vita sessuale responsabile e a impegnarsi in questo senso”. Purtroppo tale campagna propone immagini di sesso esplicito, voyeuristiche, definite da professionisti della comunicazione come pornografiche, di cattivo gusto, banalizzanti e inefficaci.

Quel che preoccupa è che tali immagini, diffuse da un’autorità federale, sono potenzialmente pericolose per bambini e minori che le vedono. Studi e ricerche hanno dimostrato che l’esposizione di minori ad immagini porno tende a rafforzarne il comportamento aggressivo e spesso porta i giovani spettatori ad atti di emulazione, comportamenti devianti che possono sconfinare in abusi perpetrati e subiti, al sexting, ecc.

Il Consiglio federale dà molta importanza alla tutela dei minori dalle immagini pornografiche, già sancita sotto diversi aspetti dalla normativa in vigore, finanziando persino un programma nazionale “Protezione della gioventù dai rischi dei media e competenze mediali 2011-2015”. Una politica di prevenzione e sensibilizzazione di minori e adulti nei confronti dell’abuso di immagini dannose purtroppo in contraddizione con l’attuale campagna anti-AIDS.