Polemiche inutili su un problema reale

Uno spot spiritoso, ironico e intelligente quello voluto dalla Camera di commercio, dalla Società degli impresari costruttori, dall’Associazione interprofessionale di controllo e dall’Unione associazioni dell’edilizia. Ma che i mass media italiani, in un tripudio di superficialità, ansia da sensazionalismo e disinformazione patentata, hanno attaccato attenendosi ai comuni e spuntati diktat della dittatura politicamente corretta che si è imposta tra i mezzi d’informazioni occidentali sulle tematiche legate all’immigrazione.
L’Unione democratica di centro valuta invece positivamente l’iniziativa di chi ha saputo porre l’accento, con modi garbati e certamente non offensivi, su un problema reale e concreto – quello dell’eccessiva presenza di padroncini e distaccati sul territorio cantonale – , su cui troppi non si soffermano in modo adeguato.

Lo valuta positivamente non solo perché affronta di petto una questione calda, ma perché, finalmente, sensibilizza la responsabilità del singolo individuo, chiamato ad essere attore, e non spettatore, di scelte che si ripercuotono sull’intera società. Troppo comodo accusare sempre gli altri per la difficile situazione del mercato del lavoro ticinese, quando si può agire in prima persona per garantire alle imprese locali attenzione rispetto. Ovvero lavoro.

“Controverso” – l’aggettivo più usato dalla stampa straniera a proposito dello spot, criticato persino dall’edizione italiana del Wall Street Journal – è solo per quei giornalisti che proiettano su situazioni di cui conoscono poco o nulla, le proprie, personalissime, visioni del mondo.

Lo spot lancia semplicemente un messaggio, rilanciando indirettamente i principi contenuti nell’iniziativa UDC “Prima i nostri”: preferire la manodopera locale a quella proveniente da Oltreconfine contribuendo a diminuire la disoccupazione e a rilanciare l’economia ticinese. Per far in modo che l’erba del vicino non sia sempre più verde della nostra.

UDC Ticino