L’iscrizione “Credit Suisse” figura in bella vista sulle magliette di Xherdan Shaqiri e compagni e anche sul bus della nazionale svizzera di calcio, così come sui cartelloni pubblicitari.

Eppure la scelta di questo sponsor principale ha di che sorprendere, a meno di un mese dalla condanna della banca da parte della giustizia americana per aiuto all’evasione fiscale. La banca si era vista infliggere una multa record di 2.51 miliardi di franchi.

“Il Credit Suisse è sponsor dell’Associazione svizzera di calcio dal 1993. E’ un partenariato che si iscrive sulla lunga scadenza – ha dichiarato un portavoce. Il contratto era stato rinnovato nel 2011, con scadenza al 30 giugno 2016.

Stessa opinione presso l’ASF che dice di non avere nessun timore : “Si tratta di un impegno a lungo termine e abbiamo ottime relazioni – fa sapere dal Brasile Marco von Ah, responsabile della comunicazione, che aggiunge di non aver mai pensato di separarsi da questo sponsor.

Considerando i danni d’immagine per la Svizzera, non si sarebbe dovuto fare dietrofront ? “Come già è stato detto dal nostro Ceo, il Credit Suisse deplora profondamente le mancanze nell’ambito di vecchi casi transfrontalieri americani, che hanno condotto a questo regolamento. La banca può e vuole concentrarsi pienamente sul futuro – afferma un portavoce del Credit Suisse.

“Di comune accordo fra le parti” nessuna indicazione è stata data sulla cifra sborsata dalla banca per assicurarsi ancora la posizione di sponsor principale della nazionale svizzera di calcio.

“Non è una scelta giudiziosa. Non è la miglior immagine della Svizzera né l’elemento più positivo che possiamo mettere in primo piano. Vediamo chiaramente attraverso questa Coppa del Mondo che l’importante sono i soldi. Immagino che il Credit Suisse possa permettersi di mettere soldi in questo evento, contrariamente ad altri settori che avrebbero portato valori più positivi – commenta il Consigliere nazionale vallesano Mathias Reynard.

La maggior parte riconosce che la manna del Credit Suisse è necessaria : “E’ chiaro che disturba, perchè siamo nell’ambito dell’etica ma non possiamo cambiare le magliette all’ultimo momento. La questione fa discutere da noi, ma altrove ? Dobbiamo essere concreti, dal momento che una banca non può scomparire deve continuare a mantenere la sua immagine – analizza il deputato friborghese Dominique de Buman, precisando che nel caso contrario “non avremmo più la sponsorizzazione di alcuna banca. Nel 2009 c’era stato lo stesso problema con UBS.”