Antonini, Farinelli, Micocci, Pini, Vitta. Il segreto non era segreto e la stampa sapeva tutto. Imbroccati cinque su cinque i PLR per il Consiglio di Stato (19 aprile 2015).

— Molta gente al capannone, addirittura parecchi rimasti senza posto a sedere. Il partito si è impegnato e ha fatto bella figura.
— L’aperitivo era veramente scarso ed è stato criticato persino dal presidente. Per i giornalisti (compresi i non professionisti) l’aperitivo è fondamentale.
— Tutti i candidati hanno parlato bene e, interrogati, si sono sforzati di fornire risposte spiritose.
— Ho notato che Pini e Vitta dispongono di una mini-claque. Un significativo “valore aggiunto”? Anche gli altri concorrenti dovrebbero provvedere rapidamente.
— Mia moglie (sempre attenta) mi ha invitato a fotografare le scarpe della candidata Micocci. Cosa che non ho fatto (ma che altri hanno fatto).
— Assente Laura Sadis, consigliera di Stato in carica, per la quale il presidente ha sollecitato un applauso. A me l’assenza è sembrata bizzarra ma nessuno ha battuto ciglio. Assente Marina Masoni, ma pare che alle adunanze del partito lei non voglia più mettere piede (io farei uguale).
— Ulteriori assenze (osservate da Ticinolibero) Abate, Cassis, Merlini. E Gendotti. Meno comprensibilmente, vari sindaci importanti: Speziali, Colombo, Bersani. Troppi chilometri?
— Il partito ha deciso di lanciarsi in un audace esperimento, puntando a una campagna elettorale lunghissima (per la quale saranno state certo elaborate delle strategie). “Per forza, con dei candidati trentenni” mi dice Fulvio. Lui è convinto che la “squadra” vincerà (attribuendo a questo verbo l’unico significato possibile). “Tu ne sai più di me” gli mormoro. La sua sicurezza mi conforta.
— Secondo me un punto importante (di cui non parla nessuno) è quanto il partito è disposto a spendere per questa elezione fondamentale. Io non credo che il PLR possa permettersi di perdere per una seconda volta. Ma, anche senza poterselo permettere, non è escluso che perda ugualmente.