Continua, anzi si intensifica, lo scontro su Expo 2015. Tra i leghisti “puri e duri” e… il resto del mondo. Un braccio di ferro che assume una valenza politica rilevante. Leggiamo stamani nel Mattino della Domenica:

“Contro la decisione presa dalla mag­gioranza del governicchio di utilizzare i fondi Swisslos per foraggiare il bi­done fallitalico Expo2015, gestito da inquisiti, è pronto il ricorso della Lega al Tribunale cantonale amministrativo (TRAM).

Il ricorso sottolinea, tra i vari punti, come l’utilizzo del fondo Swisslos leda il diritto dei cittadini a decidere su un credito erogato tramite il legislativo e sottoposto a referendum. Ma costi­tuisce anche un abuso di diritto: tra­mite il licenziamento del messaggio con la richiesta di credito, il governic­chio ha convenuto la competenza par­lamentare (con annesso referendum) a decidere sul credito, e adesso tenta di rimangiarsi la parola.”

Questo, in sostanza, il ragionamento:
— il governo ha domandato il credito (i famigerati 3,5 milioni) al parlamento
— il parlamento l’ha accordato
MA contro tale decisione è stato lanciato il referendum
— esso è riuscito (quasi 13.000 firme raccolte)
— sul credito il popolo voterà il 28 settembre
— dunque, al momento, il credito NON è accordato e di esso NON si può disporre

Giusto, sbagliato? Decida il lettore. Il nostro suggerimento (non richiesto) agli alti papaveri dell’Esecutivo (ma chi è lei? ma come si permette?) è il seguente:
— non lasciarsi prendere dal panico, che è un pessimo consigliere
— attendere a piè fermo la votazione del 28 settembre. Chi può criticare un governo che si affida alla volontà dei suoi cittadini, secondo una modalità che, oltre tutto, è costituzionalmente obbligatoria?
— a bocce ferme e a risultato acquisito, procedere. Facciamo notare che, in caso di vittoria, i 3 milioni e mezzo sarebbero in tasca. Un bel colpo!

Ancora due osservazioni, per finire. A) Tutti questi “escamotages” non faranno (probabilmente) che accrescere le chance di successo del referendum. B) Il Mattino sembra confermare l’opinione espressa ieri su Ticinolive da Poggi e De Maria (Orlando, non parente del professore). Gobbi solidale con Beltraminelli, Sadis e Bertoli. Zali, da solo, per il referendum, senza “aggiramenti”. Momento politico rivelatore e di notevole interesse.

francesco de maria