E` finalmente cominciata l’estate, da alcuni giorni temperature sopra i 30 gradi. E con l’estate un’altra “buona novella”. Una granconsigliera verde, progressista e biodegradabile, Michela Delcò Petralli (una pronipote del grande Professor Petralli dei miei tempi ginnasiali?), ha chiesto al governo, con atto parlamentare, di “implementare e migliorare la sorveglianza sull’applicazione delle norme antiriciclaggio”. Una sollecitazione nobile e assolutamente condivisibile, in assenza di ogni allusione alle spinose vicende di un consigliere comunale luganese targato PLRT.

*Il redivivo ex consigliere nazionale Valentin J. Oehen, a suo tempo contadino malcantonese per una quindicina d’anni, in un “Gedanken zur Neutralität” (“Pensieri sulla neutralità”) su “Schweizerzeit”, ricorda la battaglia di Malplaquet (un paesino dei Paesi Bassi allora sotto dominio spagnolo). Battaglia decisiva della guerra di successione spagnola del 1709 che vide la Francia difendersi con l’acqua alla gola di fronte ad una coalizione anglo-olandese. Nei due contrapposti eserciti combattevano una ventina di reggimenti svizzeri, gli uni contro gli altri armati. Due reggimenti opposti erano addirittura al comando di due fratelli, i bernesi Gabriel e Hans Rudolf von May. Gli svizzeri lasciarono sul campo 8’000 uomini tra morti e feriti, questi ultimi trapassati entro poche ore o giorni nei ranghi dei primi, i superstiti nella maggior parte mutilati e invalidi per il resto della vita. Queste perdite terribili, subite in difesa di potentati per i quali i morti plebei non contavano nulla (Napoleone, parlando di suoi soldati caduti che allontanava dal suo cammino sul campo di Magenta a colpi di stivale, ebbe a dire ad un ambasciatore svedese esterrefatto e allibito: “C’est de la petite pièce”), suscitarono sgomento nella dieta svizzera, che prese misure decisive per evitare che mercenari svizzeri potessero combattersi da fronti opposti.

*Tra le idiozie esternate da politici europei dopo il nostro voto del 9 febbraio sfavorevole alla libera circolazione delle persone, una merita di essere particolarmente evidenziata. Il deputato lussemburghese a Strasburgo Fränk Engel ha dichiarato: “Il verdetto popolare svizzero è in pratica una decisione di uscita dall’UE”. Il poveretto non sapeva, e forse non sa ancora, che la Svizzera non è mai stata membro dell’UE e che di conseguenza non ne può uscire.

*Caro lettore, i tuoi e miei amici burocrati di Bruxelles, continuano indefessi il loro lavorìo (guarda che il termine non è scelto a casaccio. Devoto e Oli: lavoro intenso e febbrile, talvolta tanto vistoso quanto inconcludente) ad esclusivo nostro beneficio, anche a rischio della vita, un rischio relativo, viusto che il ridicolo non uccide. Negli anni ’90 con la delibera 2257/94 avevano stabilito che le banane in vendita in Europa dovessero esser lunghe almeno 14 cm, con un diametro minimo di 27 mm. La piega delle banane veniva lasciata alla natura, che è come dire al caso. Quando si trattò dei cetrioli (per noi ticinesi i banali ma saporiti cocomeri, “cucümar”), al caso non si lasciò nemmeno la speranza. La piega (freccia o saetta è il termine tecnico) non doveva superare, per i cetrioli classe 1, i 10 mm su 10 cm di lunghezza. Altrimenti merce di scarto, se possibile da lasciar mangiare ai meno abbienti. Ultimamente, per il nostro benessere, hanno elaborato una norma che prevede un massimo per il sale da adoperare per la produzione del pane. Troppo sale, si sa, fa male alla salute. Le proteste dei panettieri tedeschi, che vogliono continuare a “paneggiare” come sanno e come devono, hanno indotto gli scienziati di Bruxelles alla resipiscenza. Non è una rinuncia, ritorneranno alla carica. Per il momento, a guisa di rivincita, i burocrati addetti alla nostra salute imporranno però, a partire dal 13 dicembre 2014, norme cogenti a tutti i ristoranti attivi nell’UE, dalla bettola di angiporto ai 3 stelle Michelin. Quali norme? L’obbligo di indicare sui menu il contenuto di allergeni (sostanze che causano allergie) di tutti i cibi offerti all’appetito o alla ghiottoneria dei clienti. Il numero degli allergeni è quasi infinito, il cliente felice che potrà esser vittima di un allergene non indicato avrà naturalmente il diritto di far valere tramite avvocato le sue buone ragioni. Lavoro per avvocati e tribunali assicurato, per i ristoratori perdite di clienti e magari di prestigiose stelle. E, c’è da sperarlo per i tanti giovani disoccupati che l’UE produce in quantità quasi illimitata, la possibilità di sviluppo di una nuova scienza, la “condimentologia anallergica”. Un lavoro nuovo, senza alcunchè da invidiare alle vecchie e superate professioni universitarie. Paul Bocuse, un “maître pâtissier, un maître saucier, un maître rôtissier, e 14 maîtres condimentologues”.
Ma non è finita. Tutte le proposte del menu dovranno essere aggiornate, con l’aiuto di specialisti ad hoc, stampate e messe a disposizione di ogni cliente. Non è da escludere il ricorso a professori di allergologia per spiegare, nei 30 minuti prima del pasto, i rischi cui incorrono gli ignari clienti, pena, in caso di carenza, il ricorso all’avvocato di turno. Follia, penserà qualche becero avversario dei burocrati di Bruxelles. No, saggezza. Per la salute si fa questo e altro.

Gianfranco Soldati