Riprendiamo parzialmente questo interessante articolo, dai toni e contenuti duramente anti-USA, dal portale www.rischiocalcolato.it  Ovvio che alle accese argomentazioni dell’autore, che è manifestamente un giornalista di grande talento, si possa controbattere. Ed è questo il bello. (fdm)

“Maurizio Blondet  è un autore e conferenziere di ispirazione cattolica tradizionalista, è stato inviato speciale per Oggi, il Giornale, Avvenire, e ha scritto successivamente anche su La Padania.Ha diretto, insieme a Siro Mazza, la rivista trimestrale di studi cattolici Certamen. Blondet dirige dal 2003 la testata giornalistica online Effedieffe.com. La maggior parte dei suoi scritti tratta diffusamente di presunti poteri occulti e oligarchici. Contro di lui sono state mosse accuse di antisemitismo e razzismo.” (da Wikipedia)


La  civiltà consiste negli sforzi organizzati per adottare istituzioni che riducano  la forza ad «ultima ratio». Al contrario gli USA sono in stato di sfida perpetua  verso il resto del mondo, e senza nemmeno rendersene conto, l’Unione Europea ha  adottato lo stesso incivile principio. Questa è la filosofia politica  fondamentale da capire. I BRICS hanno intuito il pericolo apocalittico: e per  questo hanno invitato l’Argentina – Stato-paria per la finanza globale sotto  giure americano – fra di loro. La missione resta comunque  difficilissima.

Il  14 luglio si terrà a Fortaleza (Brasile) l’annuale riunione dei BRICS, i Paesi  emergenti di successo. Con una novità: su invito ufficiale di Brasile, Russia,  India, Cina e Africa del Sud, vi parteciperà Cristina Kirchner, la presidentessa  dell’Argentina, che non è un BRICS, al contrario. Il senso politico dell’invito  è inequivocabile. L’Argentina è sotto persecuzione e minaccia degli USA per la  questione del debito.

Ricapitoliamo:  nel 2001 l’Argentina (pagando l’errore di agganciare la sua moneta al dollaro  per tentare di non svalutarla) fece crack. In piena rovina, cessò i  pagamenti sul debito sovrano, pari 80 miliardi di dollari. I possessori di  titoli del Tesoro argentino, per lo più, nel corso di lunghe trattative, si sono  accontentati di ricevere il molti anni dopo 30 per cento, condonando il 70%. Non  così Paul Singer, miliardario ebreo-americano possessore di un fondo  speculativo, lo Elliott Capital Management: costui, dopo il crack, ha  comprato da creditori titoli di debito argentino per 220 milioni di dollari a  prezzi stracciati, pagandolo soltanto 49 milioni, meno di un quarto del suo  valore facciale: dopodiché, s’è appellato ai tribunali americani per esigere il  pagamento pieno dei titoli in suo possesso. Valore che, dopo 13 anni, è  salito 832 milioni.

È  il modus operandi tipico dei «Fondi Avvoltoio», che si nutrono di  cadaveri. O più precisamente, che pretendono la polpa dagli ossami dei cadaveri  dentro cui puntano i loro becchi. Singer – con l’appoggio delle leggi e  tribunali americani – è riuscito a spolpare il poverissimo Congo nel 2002,  obbligandolo a pagargli 90 milioni di dollari per i 20 milioni di titoli di  debito pubblico congolese in suo possesso, e prima aveva obbligato il Perù a  versargli 58 milioni per gli 11 milioni di titoli sovrani peruviani che aveva  raccattato.

Per  l’Argentina, i profitti attesi dall’avvoltoio sono molto maggiori. E siccome un  tribunale USA ha dato ragione a Singer nel 2012 ingiungendo a Buenos Aires di  pagargli titoli secondo il valore facciale (più interessi), al saccheggio si  sono uniti altri fondi speculativi di Wall Street, come Aurelius Capital  Management e Blue Angel, che detengono insieme 1,3 miliardi di dollari di debito  argentino. Ma c’è di peggio in vista , per il Paese debitore. Se accetta di  pagare questi avvoltoi, tutta una schiera di creditori internazionali con i suoi  titoli in default nel portafoglio pretenderanno lo stesso trattamento: si  calcola che esigeranno subito 15 miliardi di dollari, la metà delle riserve  argentine. E nel complesso il Paese potrebbe trovarsi di fronte ad un debito  totale di 120 miliardi.

La  completa rovina economica, senza più remissione, per un intero  popolo.

Buenos  Aires ha fatto appello alla Corte Suprema USA. La quale, però, ha rifiutato di  discutere il caso: siccome gran parte del debito argentino è stato emesso sotto  il diritto vigente a New York, la questione nemmeno si pone. L’Argentina deve  pagare Singer e i suoi altri imitatori, oppure incorrere in sanzioni — sequestro  delle sue merci e delle sue navi nei porti americani, blocco dei suoi conti  esteri, qualunque cosa la legge USA preveda per i debitori insolventi privati.  Per intanto, gli USA minacciano di «isolare» politicamente il Paese, e fargli il  vuoto attorno: nessuno presenterà più un soldo all’Argentina. In tal modo, il  Paese sarà reso uno Stato-paria come l’Iran o si tenta di far diventare la  Russia; il mondo finanziario essendo globalizzato secondo i princìpi del  capitalismo occidentale, è in pratica sotto giurisdizione americana, che  pretende di divenire universale di fatto. È effettivamente successo lo scorso  ottobre che in Ghana, un tribunale locale ha consentito a Singer di sequestrare  una nave da carico argentina, la ARA Libertad.

La  sentenza americana è stata criticata – ed è tutto dire – persino dalla bibbia  del liberismo anglosassone, il Financial Times: «La società deve dare  alla gente un modo per ricominciare; è per questo che abbiamo il diritto  fallimentare», ha scritto Martin Wolf: «Anzi, consentiamo alle imprese, di gran  lunga i più importanti attori privati nelle nostre economie, di godere della  “responsabilità limitata”. La facilità con cui le corporations americane  possono liberarsi dei creditori è stupefacente. Una simile logica si deve  applicare agli Stati».

Ed  invece no, ed è questo il punto filosofico, di civiltà, per cui i BRICS mostrano  disposti a battersi:

I  giudici USA non riconoscono la sovranità degli altri stati.  È questo che hanno dimostrato con questa sentenza: mettono l’Argentina, come un  debitore privato, sullo stesso piano di un Hedge Fund, il privato  creditore che la trascina in giudizio. Anzi peggio: trattano l’Argentina peggio  di una loro azienda privata. Questa può utilizzare le leggi fallimentari per  fare bancarotta controllata; l’Argentina no. Deve pagare sempre , interamente e  in eterno. Senza remissione.

Gli  USA hanno vietato il Giubileo periodico che persino la legge ebraica riconosce  (evidentemente,  valeva solo per altri ebrei). Già questo dovrebbe suggerire la natura di  hubrys satanica che Washington pretende di imporre al mondo intero come  «libertà di business».

È  il diritto assoluto, totale e incondizionato del creditore ad essere  pagato fino all’ultimo centesimo, quello che si intende affermare. E attenzione  perché qui non si parla solo dell’Argentina.

Maurizio Blondet