Oggi i pensieri del giorno saranno molteplici. Il primo è dedicato all’on. Michele Bertini, giovane capo dicastero di Polizia a Lugano. Egli, molto opportunamente, prende posizione in favore dei suoi uomini, anzi, meglio, di una corretta parità di trattamento che la magistratura deve fornire nei loro confronti. Ecco un passo significativo delle sue dichiarazioni rese al Corriere del Ticino: «Ciò che si vuole evitare è che si diffonda il sentimento di una giustizia a due velocità. Chi indossa la divisa deve comportarsi in maniera corretta ed è opportuno che quando il poliziotto sbaglia, la Magistratura agisca celermente. Detto questo, non è tollerabile che l’agente non si senta tranquillo e tutelato da quelle stesse istituzioni che rappresenta. E questo, vedendo finire nel dimenticatoio le denunce da lui presentate a fronte di un crescendo di atteggiamenti incivili, di aggressioni verbali o fisiche, di minacce, insulti e quant’altro nei suoi confronti».

Sono parole preoccupate e severe quelle di Bertini. Non dubitiamo che si fondino su una sostanziale evidenza. Quanto al destinatario, se non altro il principale, difficile immaginare che sia qualcuno di diverso dal Procuratore Generale.

C’è una speranza? Ma sì, e la più semplice: che egli risponda.

Segnaliamo anche l’eccellente intervista che l’on. Bertini ha rilasciato a Mattia Sacchi (Mattino odierno)

* * * * *

Il governo ha intimato al giovane Arlind Lokaj, che soggiorna illegalmente in Svizzera da 3 anni e mezzo, per l’ottava volta la partenza. Una perizia specialistica attesta in modo inequivocabile che Arlind è in grado di compiere il viaggio e di rientrare nella sua Patria. Delle perizie fasulle (vergate… da un Anonimo) che hanno bloccato la procedura ognuno può pensare ciò che vuole. Secondo noi il medico (o la dottoressa) che si è prestato a un simile trucco dovrebbe almeno avere il coraggio civile di dire il proprio nome.

Qualcuno dirà che si tratta di un caso di scarsa importanza. Non è questa la nostra opinione. Ormai la vicenda ha assunto un valore simbolico e il governo deve stare molto, molto attento. C’è qualcuno che, certissimamente, ha deciso di fargli perdere la faccia. Non solo: di dimostrare, anche, che ricorrendo all’infinito ed orchestrando i media si riesce a fare in modo che l’illegalità vinca.