Riprendiamo da altri portali, poiché non abbiamo ricevuto il testo.

(fdm) In questo comunicato interessanti sono soprattutto i nomi. Si pone, a mio avviso, una gravissima questione di parità di trattamento. In altri termini: se uno non ha “santi in paradiso”, diciamo pure sostenitori radical chic ricchi e potenti (lascio da parte l’ex vescovo), che pretendano un trattamento di favore per lui, che cosa fa? Si suicida, si spara? Qui si vuole semplicemente dimostrare che la legge NON è uguale per tutti (cosa che sono in molti a sospettare).

Particolarmente goffa la richiesta di un permesso per “motivi di studio” dopo tre anni e mezzo di soggiorno illegale.

È chiaro che il giovane a questo punto conta poco. Si è innescato un duro braccio di ferro tra coloro che si sentono in dovere di applicare la legge e forze politiche che mirano a stabilire un pesantissimo precedente, atto a vanificare la stessa legge.


Comunicato dell’avv. Raffaella Martinelli Peter, deputata socialista, legale di Arlind Lokaj

“Nel mese di giugno 2014 è stata inoltrata una richiesta di permesso di soggiorno per motivi di studio per Arlind Lokaj. L’istanza è stata respinta il 9 luglio in quanto la richiesta è stata ritenuta una modalità di aggiramento della legge. In realtà non si trattava di in alcun modo di una volontà di aggiramento della legge e nemmeno di un’istanza simile alle altre che già erano state inoltrate per il giovane Arlind. Infatti in questo caso vi erano una serie di fatti nuovi molto importanti che non sono stati in alcun modo considerati dalla Sezione della popolazione. In particolare: i responsabili del Collegio Papio si erano dichiarati d’accordo ad accogliere il ragazzo presso il loro istituto e vi era una famiglia disposta ad assumere i costi della formazione e a fornire la necessaria garanzia finanziaria per la permanenza in Svizzera.

Questa iniziativa era sostenuta da Monsignor Pier Giacomo Grampa, da Franco Ambrosetti e dal Prof. Henry Peter, i quali hanno ritenuto che, alla luce della situazione e delle circostanze molto particolari sarebbe stato doveroso e opportuno permettere a questo giovane di seguire una formazione in Svizzera. La richiesta era inoltre corredata da un parere giuridico della Prof.ssa Martina Caroni, ordinaria di diritto pubblico e diritto internazionale presso l’Università di Lucerna ed esperta di diritto degli stranieri. La decisione della sezione della popolazione non ha preso posizione su questi fatti nuovi e tanto meno sul parere giuridico della Prof.ssa Caroni, contravvenendo cosi al principio costituzionale (diritto di essere sentiti) che impone all’autorità di motivare la propria decisione entrando nel merito dei principali argomenti. Il presente comunicato stampa è stato fatto unicamente per precisare quanto sopra riportato. Nessuna ulteriore dichiarazione sarà rilasciata, né dal diretto interessato, né dalla sua famiglia o dai suoi amici o altre persone che in questi mesi gli sono state vicine”.