Eventi a pagamento in Piazza della Riforma: esperimento riuscito

Lugano ha provato per la prima volta, in Piazza della Riforma, la formula del grande evento a pagamento, chiudendo la piazza ed invitando la “star” Bob Sinclar. Si è trattato di un esperimento coronato dal successo. Questo malgrado la meteo non abbia aiutato molto: Giove Pluvio non ha fatto mancare nemmeno giovedì sera l’acquazzone quotidiano.

La piazza, che non è enorme, era piena al massimo della sua capienza. Chi ha partecipato al concerto ne è rimasto molto soddisfatto. A qualcuno, dall’esterno, non è piaciuta la piazza transennata: premesso che sugli orari di chiusura si può probabilmente migliorare qualcosa per le prossime occasioni, con sette accessi da gestire non c’erano molte alternative. Visto che l’esperimento è riuscito lo si ripeterà.

L’evento a pagamento – che non solo copre i costi, ma genera utili – in Piazza della Riforma non deve essere un tabù. Le difficoltà finanziarie della città non sono un mistero. D’altra parte il turismo, e gli eventi ne sono una componente essenziale, costituisce un settore economico importante. Un settore che si vuole sviluppare in considerazione del suo indotto.

Oggi un bel paesaggio non basta più per attirare i visitatori. E allora che si fa? O si taglia l’offerta e quindi si fanno passi indietro, oppure, se si vuole continuare a proporre una stagione di eventi all’altezza di una località turistica, mantenendo e magari migliorando gli importanti risultati ottenuti negli scorsi anni, bisogna far sì che questa offerta gravi il meno possibile sulle casse pubbliche. Si tratta, in altre parole, di incrementare in modo importante l’autofinanziamento. In quest’ottica è fondamentale la collaborazione pubblico-privato. Sicché il pagamento del biglietto per un grande evento all’aperto non è un tabù. Nemmeno a Lugano.

Del resto, per vedere qualsiasi spettacolo, ovunque si paga l’ingresso; a prezzi anche assai più alti di quelli proposti giovedì. Al Moon&Star, tanto per fare un esempio, si pagano fior di soldoni. E chi va a vedere un concerto a San Siro, per fare un altro esempio, il biglietto lo paga di tasca propria. Non glielo regala il contribuente di Milano.

La novità del pagamento è peraltro stata ben recepita. Del resto, rientra assolutamente nella normalità. Ed è anche una questione di correttezza nei confronti del contribuente luganese: che già si è visto aumentare il moltiplicatore in modo importante, ha dovuto far fronte a tagli ai servizi, la maggioranza municipale propone la tassa sul sacco, e l’elenco non è ancora finito. Non si può certo pretendere, allora, che il contribuente si faccia carico del costo dei concerti in piazza: giusto quindi che paghi chi ne usufruisce. E che gli utili contribuiscano al finanziamento della stagione degli eventi. Alleggerendone il peso – peraltro comunque assai contenuto rispetto ad altri settori (vedi cultura) – sulle casse pubbliche.

Lorenzo Quadri, municipale di Lugano
Area turismo ed eventi