Pardo

La provocazione ordita dai dirigenti del festival di Locarno ha sempre più successo. È sopraggiunto oggi fulmineo il boicottaggio pipidino. Adesso, per completare l’opera, bisognerebbe che qualche altro partito decidesse di partecipare in corpore, inalberando cartelli di sostegno a Polanski. I media andrebbero a nozze!

Dopo lo scandalo dello scorso anno – obiettivamente molto, molto più grave – il fatto che la direzione del festival abbia deliberatamente replicato la provocazione fa pensare, anche se tutto sommato non sorprende. Da un lato ci può essere il desiderio di mostrare all’on. Fiorenzo Dadò, il n° 1 dei fustigatori, in quale considerazione siano tenute le sue critiche. Dall’altro bisogna ammettere che la sulfurea “presenza Polanski”, concretizzabile, era veramente un boccone troppo ghiotto, cui era impossibile rinunciare. Come diceva Oscar Wilde: posso resistere a tutto, tranne che alla tentazione! (fdm)

Nota. Introduciamo il testo originale, che abbiamo nel frattempo ricevuto.

 

Roman Polanski al Festival: provocazione che umilia il senso di giustizia e di umanità

Il Partito Popolare Democratico ha preso atto con sconcerto della decisione del Festival del Film di Locarno di invitare il regista Roman Polanski come ospite d¹eccezione e di conferirgli un riconoscimento speciale.

Il Partito Popolare Democratico non intende in alcun modo esprimersi sui meriti artistici di Roman Polanski, né sulla qualità delle sue pellicole. La decisione di conferire un riconoscimento speciale o di tributare altri onori non può però prescindere totalmente dalla storia personale del premiato, tantomeno se l¹istituzione che conferisce il premio è in larga misura sostenuta dall¹ente pubblico.

Nel caso concreto, non si può allora dimenticare che nel 1977 Roman Polanki è stato accusato di avere drogato e brutalmente stuprato una ragazzina di 13 anni. Nel febbraio 1978, per sfuggire alla giustizia, Polanski ­ che ha sostanzialmente ammesso i fatti imputatigli ­ ha abbandonato gli Stati Uniti e da allora non vi ha più fatto ritorno.

Nel 2009, commentando quei fatti, ha dichiarato: «neanche se avessi ucciso qualcuno sarei stato così interessante per la stampa. Ma una storia di scopate e di ragazzine, voglio dire…I giudici vogliono scoparsi le ragazzine. La giuria vuole scoparsi le ragazzine. Tutti vogliono farlo!».

Alcuni ottimi film ­ fossero anche i migliori della storia del cinema non riparano in alcun modo alla disgustosa grettezza di questi fatti e di queste parole. Per questo motivo il Partito Popolare Democratico dissente in modo deciso e netto dalla decisione del Festival del Film di Locarno di conferire un riconoscimento speciale a Roman Polanski e di invitarlo al Festival come ospite d¹eccezione.

Il Partito Popolare Democratico ritiene che la ricerca della visibilità internazionale ­in sé legittima, ed anzi necessaria per un Festival come quello di Locarno ­non possa essere perseguita ad ogni costo. La provocazione non può umiliare il senso di umanità e di giustizia che dovrebbe essere evidente a ciascuno, soprattutto quando ciò coinvolge la protezione della sfera più intima di bambini e giovanissimi che ancora recentemente le cittadine e i cittadini ticinesi hanno voluto tutelare in modo particolare sostenendo l’iniziativa “marche blanche”.

Nel caso di Roman Polanki questi limiti sono ampiamente travalicati e spiace che la direzione del Festival ­ al quale il nostro Partito riconosce grandi capacità e indubbi meriti nella conduzione di questo gioiello della cultura in Ticino ­ non abbia saputo riconoscerlo.

In segno di dissenso il Partito Popolare Democratico ha pertanto invitato i propri deputati a non partecipare al ricevimento organizzato dal Festival in onore del Gran Consiglio.

Partito Popolare Democratico (firmato Jelmini, Agustoni, Dadò)