Un gruppo di politici e di universitari palestinesi della Striscia di Gaza hanno accusato l’amministrazione di Facebook di disattivare o sopprimere i loro account per ridurre al silenzio i resoconti degli eventi fatti dai palestinesi durante l’offensiva militare israeliana.

“L’amministrazione di Facebook sta ritirando pagine appartenenti a palestinesi senza alcun preavviso. Una pratica ostile e bizzarra – ha dichiarato giovedì scorso Adnan Abu Amer, professore universitario a Gaza. Abu Amer ha spiegato che in una settimana Facebook ha ritirato la sua pagina ben due volte.

“L’unica spiegazione è la volontà di aiutare Israele a imporre la sua versione degli eventi escludendo gli account dei palestinesi – ha sostenuto Abu Amer – Nulla di quanto ho scritto sulla mia pagina può essere considerato provocazione. Pubblico commenti analitici sugli attuali eventi, che in nessun modo violano le regole di Facebook.”

“Le pagine palestinesi su Facebook hanno aiutato a rivelare i crimini di Israele a Gaza – ha aggiunto – semplicemente pubblicando fatti e immagini che mostrano la mostruosità degli attacchi israeliani contro i civili.”

Mercoledì scorso un dirigente di Hamas, Moussa Abu Marzouq, aveva dichiarato che un suo account che contava circa 20 000 abbonati era stato disattivato all’improvviso.

I social media, fra cui Facebook, sono diventati un campo di battaglia virtuale fra Israele e la popolazione di Gaza, spiega l’esperto politico Nazeer Magali.

“Israele vuole che la sua versione dei fatti sia l’unica che raggiunge il mondo esterno. La lobby israeliana fa pressione sugli organi di stampa negli Stati Uniti affinchè adottino il punto di vista di Israele e non tengano conto di quello dei palestinesi. Le pagine Facebook dei palestinesi subiscono attacchi perchè sono riuscite ad attirare la solidarietà mondiale per le sofferenza di Gaza, esponendo la brutalità di Israele nei confronti della popolazione civile.”

(Fonte : aa.com.tr)