“Abbiamo perso 69 israeliani, altri 200 sono stati feriti e miliardi di shekel di perdite sono stati inflitti a Israele – commenta mercoledì 3 settembre l’analista politico israeliano Amnon Abramovich – e i contraccolpi peseranno a lungo sulla nostra economia.”

“Nelle colonie del sud di Israele la sicurezza non esiste più – prosegue Abramovich – e molte persone che abitavano nelle città se ne sono andate.”

“Questa volta la guerra è durata 50 giorni è tutto quello che è stato ottenuto è una tregua ! E questa tregua è stata ottenuta durante l’offensiva “Colonne di fumo” dopo otto giorni e con un bilancio di sei morti – Fathi Kalib, esperto di questioni israeliane ritiene che l’esercito israeliano aveva già perso la capacità di vincere una guerra nel 2006, quando si era trovato di fronte al Hezbollah libanese, ma questo esercito non voleva ammettere l’evidenza. Evidenza che è apparsa pienamente nel conflitto di Gaza.

“Quello che la pretesa inviolabilità di Israele voleva sottintendere – prosegue Kalib – è stato il rifiuto degli arabi di tener testa, la propensione a cercare sempre un compromesso con il governo israeliano.
Al momento in cui la resistenza palestinese si è dichiarata e ha annunciato di voler difendere la causa, il mito di Israele è crollato.”

Kalib si dice dispiaciuto che alcuni paesi arabi faticano a riconoscere la vittoria della resistenza palestinese : “Gli israeliani ammettono di aver fallito per la quarta volta in 10 anni, ma gli arabi rifiutano di ammettere l’evidenza e riconoscere la sconfitta di Israele. Continuano a vedere in Israele una potenza invulnerabile.”