Il “nuovo” partito delle tasse!

(fdm) Circa il controllo della spesa pubblica nella “Repubblica dell’iperbole” le nostre idee sono sufficientemente precise.

— Il PS è contrario a qualsiasi controllo della spesa pubblica. Anzi, ho scritto troppo poco: è favorevole e saluta con entusiasmo qualsiasi aumento della spesa pubblica.

— La Lega, secondo le teorie del Presidentissimo, è (era) favorevole alla spesa e contraria alle tasse. Oggi non si sa.

— Gli altri partiti di governo non sono interessati a controllare la spesa oppure, benché siano interessati, non lo fanno.

Quindi, in conclusione, su questo tema – uno dei più fondamentali in politica – nessuno avrebbe il diritto di montare in cattedra e di impartire lezioni.

Adesso leggiamoci l’attacco a Zali, portato da Opinione liberale.

 

La maschera è caduta. Sono bastati pochi giorni e Claudio Zali ha mostrato il vero motivo della sua crociata contro i posteggi: fare cassa! In realtà i dubbi erano pochi e almeno stavolta ci siamo risparmiati l’ipocrisia del «non chiamatela una tassa….». Ma come le finanze sono in difficoltà, per una spesa che galoppa, e non si trova niente meglio di aumentare le entrate sulle spalle della gente?

Da qualche tempo ormai il partito delle tasse non è più il PS, ma il primato è stato preso dalla Lega dei ticinesi. Tassa sul sacco, tassa sui posteggi, tasse aumentate sulle licenze di circolazione e sulle licenze di caccia o di pesca, per non parlare dei famosi radar da cassetta. Insomma un continuo «tassa che ti passa». Come scriverebbe il codino Quadri – l’unico direttore di giornale da 220’000 franchetti pubblici ogni anno grazie ai cadreghini di Lugano e Berna – «il Nano avrebbe già detto: Uella ma qui siamo diventati pazzi? Governicchio Achtung! Non penserete di imporre ai ticinesi tasse e balzelli per foraggiare l’amministrazione!».

Ma il Nano non c’è più e la Lega è diventata il partito del tassa e spendi (o meglio dello spendi e tassa). Peccato che poi tassa di qua e tassa di là per finire la fattura arriva sempre allo stesso indirizzo: i cittadini ticinesi. Sì, gira e rigira aumenteranno costi e prezzi, per cui le aziende già oggi in difficoltà non potranno far altro che ribaltare questa pletora di tasse sui cittadini di questo cantone. Certo, perché non illudiamoci che queste tasse ricadranno solo sugli stranieri o sugli «amati» frontalieri come qualcuno vuol darci a bere. Ma pian piano gli occhi si stanno aprendo e l’inganno di chi tutto prometteva, dicendo che tanto i soldi c’erano, è finito.

Ai cittadini giudicare se, forse, non si stava meglio quando si stava peggio. E magari ricordarselo fino ad aprile 2015.

Opinione liberale