Un gruppo di lavoro dell’UDC vuole smantellare l’aiuto sociale e riorganizzarlo attraverso un riorientamento radicale, scrive il quotidiano Tages-Anzeiger martedì 16 settembre.

L’UDC esige che i comuni siano in futuro liberi di fissare le prestazioni sociali e non siano più sottoposti alle linee direttrici della Conferenza svizzera delle istituzioni di azione sociale (CSIAS). Prestazioni che sarebbero “concretamente individuali” e che potrebbero variare fra i beneficiari svizzeri e stranieri.

L’UDC vuole anche rivedere la soglia minima, che il CSIAS attualmente fissa a 986 franchi al mese e per persona.
Secondo il partito, 600 franchi sono sufficienti per garantire un aiuto d’urgenza che include cibo, vestiti, un tetto e spese mediche. Un importo superiore al minimo assoluto di sussistenza di 12 franchi al giorno definito dai tribunali, argomenta l’UDC.

L’UDC attacca il CSIAS, un’organizzazione privata che non ha alcuna legittimità democratica. L’opinione è che sia necessaria una legge per evitare le differenze fra comuni e cantoni, che favoriscono un turismo delle prestazioni sociali.

(Fonte : Le Matin.ch)