(fdm) Poggi gioca, come sempre, all’attacco ed esprime concetti perfettamente ragionevoli. Una cosa gli vorrei domandare, ed è la seguente: “Quando militavi in una sinistra molto agguerrita e spinta, riesci a ricordare quello che pensavi? E ricordi perché ora non pensi più quello che pensavi prima?”

 

Non è possibile, politicamente parlando ma non solo, non accorgersi di questa situazione che, da decenni, sta letteralmente svuotando le casse del nostro Cantone: soldi nostri per capirci. Per parecchi siamo diventati il paese della cuccagna, per altri il Cantone delle “lacrime e sangue” e così non va avanti un pezzo.

Che uno Stato degno di questo nome debba avere una socialità adeguata è scontato, ma che da un concetto di “socialità” si passi, in pratica, a una forma di assistenzialismo dove, i soliti politici noti, vorrebbero quasi affibbiarci un assistente sociale a testa (chi paga?), questo non è più accettabile. La nuova “industria del sociale”?

Non è accettabile perché i cosiddetti “furbi”, troppi e troppo indisturbati nell’AI (magari poi agilissimi nei settori giovanili delle società di calcio …), nell’assistenza sociale (con magari un lavoro in nero …), nella disoccupazione (con magari un lavoro in nero …), nelle “ragazze madri” (vanno di moda?) e in molti altri “campi”, se la ridono alla grande e nessuno interviene come si dovrebbe con le più svariate scusanti, di prove ne abbiamo a iosa.

E se facessimo “timbrare il cartellino” due volte al giorno nel proprio Comune, salvo i casi particolari, a tutta queste persone? Le cose di sicuro migliorerebbero in breve tempo. Basta volerlo. Il DSS non deve solo erogare soldi; deve intensificare i controlli e le verifiche in modo adeguato.

Non è accettabile perché i soldi dei contribuenti (quelli che pagano le imposte) meritano più rispetto da parte delle istituzioni coinvolte ai vari livelli.

Non è accettabile perché se arrivano di continuo in Ticino famiglie straniere e continuano a “sfornare” figli (chi paga?) mentre le famiglie ticinesi se riescono a crescere due figli lavorando in due, è già un successo, c’è evidentemente qualcosa che non quadra.

Se siamo attrattivi, specie per chi viene da fuori, esclusivamente per la nostra “socialità” e perché qui “è più facile vivere” (frase già sentita più volte) allora cari politicanti, che potete cambiare le leggi, non ci siamo. In politica il “ non si può” non esiste, a meno che sia una frase di comodo per non affrontare l’argomento e rinviare il tutto in continuazione.

Bisogna assolutamente modificare questo stato di cose prima che questo Cantone sempre più alla deriva arrivi al default! Quanti milioni di franchi escono dalle casse cantonali sotto la voce “assegni integrativi e di prima infanzia”? Molti, di sicuro troppi … Mi vergogno di vivere in un Cantone di opportunisti e di falsi buonisti (sempre e solo con i soldi degli altri!) che, quasi vigliaccamente, voltano la faccia di lato e non pensano che il futuro dei nostri figli, a causa di questa politica miope e deresponsabilizzante, è ormai segnato.

Se “socialità”, specie per una certa sinistra stantia ma non solo, significa anche piazzare accoliti nell’Amministrazione cantonale (chi paga?), allora noi non ci stiamo e continueremo a denunciare questo stato di cose. Il refrain che sta andando di moda in Ticino fra tutti coloro che si danno da fare onestamente e che sono ormai giunti al limite della sopportazione, sembra essere uno solo: pagare, pagare e ancora pagare! Per chi? Fino a quando?

Governo se ci sei batti un colpo! Lamentarsi poi delle prevedibili e scontate reazioni, a volte magari anche un po’ sgangherate, è un atteggiamento da “codardi”. Ho sentito personalmente gente (svizzeri e stranieri) dirmi in faccia tranquillamente e senza ritegno: “… mi conviene di più stare a casa con i sussidi che andare a lavorare …”, oppure “… metto incinta mia moglie perché fra un po’ perdo l’assegno integrativo del figlio più grande …” Non commento, dico solo che questo oggi è il Ticino.

E’ una socialità giusta e che responsabilizza il cittadino questa? Decisamente no, e alla fine purtroppo pagheremo tutti, in special modo le future generazioni, questo “deresponsabilizzare con i soldi degli altri” che ci porta ad avere le casse del Cantone perennemente vuote … e Amen!

Uno spettro si aggira nel Ticino: il disordine! E nel disordine i “furbi” sguazzano alla grande, sempre.

Donatello Poggi, Fronte degli Indignati