solavvenire

Credevo che Andrea Leoni, bravo giornalista e partner di Marco Bazzi in LiberaTV, fosse un buono. Oggi sono costretto a ricredermi. Leoni – nomen omen – è assetato di sangue. Con il suo godibile pezzo “Il PS e l’incomprensibile lista per il Consiglio di Stato” egli si lancia in una lunga e terrificante filippica contro i socialisti e le loro bizzarre candidature al Governo cantonale. Leoni spara a zero e non fa prigionieri. Eccovi un piccolo assaggio:

Non c’è voglia di vincere. Non c’è curiosità. Non c’è sale da competizione. Non c’è emozione. Non c’è coraggio. C’è solo una sorta di istinto di sopravvivenza che porta solo alla difesa della riserva. A questo dramma psicologico si somma la sindrome da accerchiamento e quella da Calimero, così evidenti nel discorso del presidente Lurati ma del tutto inaccettabili per un partito che ha contribuito in maniera decisiva alla costruzione della Svizzera e del Ticino. Neppure il disastroso risultato alle comunali di Lugano è servito da campanello d’allarme.

Spietato. Privo di carità cristiana. Sembrano quasi gli accenti disperati di un innamorato deluso.

In termini più pacati si potrebbe esprimere il concetto seguente: il PS vuole ri-eleggersi il suo Bertoli in pace, e niente più. Però – e qui ha ragione Leoni – un atteggiamento così rinunciatario può compromettere anche il risultato per il Gran Consiglio. Non che la cosa mi faccia perdere il sonno, dormo come sopra una nuvola.

Per finire? Le “memorabili” parole del presidente: “C’è odio verso i socialisti”. Anche queste geremiadi ci tocca sentire. Un suggerimento? Vada in trincea e si batta.