Gentili giornalisti,

c’è aria di guerra. Il nostro governo vuole vendere più armi. Gli americani riarmano, come russi e cinesi. Lo scontro religioso è sempre più violento. Non possiamo solo stare a guardare.

Domattina domenica 28 settembre, dalle 10.00, come socialisti stiliamo una nuova risoluzione pacifista. In allegato trovate la proposta di testo, emendabile. È il momento di dire cosa pensiamo di queste sporche guerre. Sarà un’intensa giornata politica, al pomeriggio sapremo i risultati per scuola, cassa malati, expo. Ma è proprio in questo week-end che cade il centenario della risoluzione pacifista di alcuni socialisti svizzeri e italiani lungimiranti del 1914, la cui opposizione non fermò però purtroppo la catastrofe della grande Guerra. Erano lungimiranti, possiamo esserlo anche oggi.

La manifestazione si svolgerà all’Hotel Dante in centro a Lugano. Sarà una mattinata ricca, oltre alla nuova risoluzione vedremo quella del 1914 e ricorderemo cosa successe 100 anni fa e cosa portò i compagni di allora ad esporsi in senso pacifista. Sono i piccoli atti che contribuiscono a scrivere la Storia.

Questa risoluzione noi la pubblichiamo, anche se pensiamo che molti la giudicheranno velleitaria e verbosa e non aliena da una certa propensione al martirio. Ci sono tra noi anche delle persone che, affidandosi a concezioni più rudimentali, osano pensare che sia venuta l’ora… di difendersi. Eccovi dunque la

colomba

Risoluzione per la pace 2014

Il socialismo è necessariamente pacifista e internazionalista. La pace fra popoli e la solidarietà fra esseri umani oltre le frontiere, senza le frontiere, è l’obiettivo cui la Sinistra deve tendere, ieri, oggi e domani.

La nascita dell’ONU nel 1945, alla fine dell’orrore della Seconda Guerra mondiale, ha posto le basi per la nuova convivenza sul nostro pianeta. La sua Carta ha sancito il divieto di aggressione bellica, il diritto internazionale non poteva più tollerare le dichiarazioni di guerra di Stati ad altri Stati. In questo senso esprimiamo la nostra condanna assoluta alle guerre di difesa preventiva condotte in Medio Oriente, un palese aggiramento della volontà di pace globale, e la politica espansionista della NATO a discapito di una politica di pace e sicurezza collettiva sotto l’egida dell’ONU.

La globalizzazione mediatica e finanziaria sta cambiando la società mondiale. La violenza sulle popolazioni inermi è disponibile su internet senza limiti, la dignità della persona è sacrificata sull’altare dello show. Sta venendo meno la consapevolezza dell’intangibilità dell’essere umano, il corpo è sempre più annullato di fronte agli interessi economici, religiosi e identitari. Questo è ancor più grave quando il crollo della produttività delle società occidentali e la finanziarizzazione delle nostre economie vengono contrastate proprio con un aumento del commercio bellico. Svizzera e Italia sono ai primi posti nella fabbricazione e nello smercio di armi, e la popolazione viene convinta a sostenerne le fabbriche dietro la minaccia della perdita di posti di lavoro. La retorica della necessità bellica favorisce il dominio fisico sui popoli da parte di un ristrettissimo gruppo di persone.

Stiamo oltretutto vivendo una concreta corsa al riarmo, ottenuta con un irrigidimento nazionalista e sciovinista delle potenze mondiali. Si è ora aggiunta una nuova violenza che non conosce confini prestabiliti, basata sul fanatismo religioso e in grado di comunicare rapidamente su tutto il globo. Una forza aggressiva tristemente determinata ad eliminare fisicamente l’avversario, altamente antidemocratica, ferocemente reazionaria. A questo pericolo, che arriva a causare immani crimini di guerra e la fine dei diritti delle donne, la risposta delle potenze mondiali è un irrigidimento ancora più violento, attraverso sistemi bellici tecnologicamente avanzati altrettanto terribili. Mancano unità di intervento a favore della difesa di popolazioni inermi, una visione pacifista globale, la volontà di risoluzione pacifica dei conflitti. La cooperazione internazionale non riceve i fondi necessari per diminuire le diseguaglianze economiche. Le commissioni di inchiesta dell’ONU per i crimini contro l’umanità non possono operare secondo il loro mandato di giustizia. Ancora una volta è il pacifismo a dover indicare la via da seguire alle catastrofi attuali causate dall’ingenuità del militarismo e dal bellicismo.

L’ONU va riformata. Il Consiglio di Sicurezza è regolarmente bloccato da veti incrociati, la politica mondiale non si svolge secondo gli interessi della comunità globale, intere popolazioni sono lasciate in ginocchio non potendo contare su un aiuto collettivo. La rappresentatività democratica dell’assemblea deve essere aumentata. Solo in questo modo si potrà attuare una reale pretesa di abbandono del vetusto concetto di difesa nazionale, rinunciare agli eserciti, e sviluppare un sistema di sicurezza collettiva basato sulla giustizia internazionale, sul mantenimento della pace e solo come extrema ratio dell’imposizione della pace nelle regioni di conflitto.

(Mail inviata da Filippo Contarini)