Bulgaria, Grecia, Italia, Ungheria, Spagna, Polonia, Slovenia e Slovacchia : otto dei 28 Stati membri dell’Unione europea sono entrati in deflazione (la diminuzione generale del livello dei prezzi), il che aumenta la pressione sulla Banca centrale europea affinchè “faccia qualche cosa”.

L’esperienza giapponese indica che la deflazione è un fenomeno pericoloso, come aveva formulato Steen Jakobsen, economista capo presso la banca danese Saxo Bank :

“In quanto tale, è importante ricordare che dal punto di vista di chi prende le decisioni politiche, la deflazione è il peggiore di tutti i mali dell’economia.”

In altri termini, si sa quando inizia ma non si sa quando finisce.

In situazione di deflazione, i consumatori rinviano le spese perchè sanno che nel tal periodo potranno acquistare di più per gli stessi soldi. Questo conduce a un aumento degli stock per le aziende, che a loro volta rinviano gli acquisti, perchè sono bloccate dalla merce in eccesso, che oltretutto ha perso valore.

In un contesto di deflazione i prezzi continuano a scendere senza che si possa vedere la fine di questo calo. Per alcuni è positivo ma per molti non vi è motivo per stare allegri.
La deflazione è più difficile da controllare dell’inflazione. Nel caso di quest’ultima, le banche centrali la contengono aumentando i tassi d’interesse. Per controllare la deflazione, in teoria si deve far scendere i tassi d’interesse, ma nel contesto attuale è impossibile. Quasi ovunque i tassi d’interesse sono vicini allo zero.

Con i tassi d’interesse bassi, l’unica manovra che rimane al presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, è la stampa di moneta, come è stato fatto negli Stati Uniti con i diversi round di Quantitative easing.
Una manovra alla quale la Germania si oppone. La Cancelliera tedesca Angela Merkel continua a battere lo stesso chiodo : la crisi dell’euro non è finita. Potrà finire solo se i paesi ridurranno i deficit e rinforzeranno la propria economia.

Sembra però che chiedere disciplina di bilancio sia chiedere troppo per due delle maggiori economie della Zona euro : la Francia e l’Italia. Quest’anno i francesi hanno pubblicato un bilancio nel quale non viene rispettato il limite del 3%, in violazione ad ogni accordo. Quanto all’Italia, per non registrare una terza recessione consecutiva ha sistemato i suoi conti con i redditi della droga e della prostituzione.