Questi FATCA sono una mostruosità giuridica e politica, adesso lo ammettono tutti, e non solo lo proclama Quadri. Le cose che ha fatto e continua a fare questo governo (e, ovviamente, questa ministra) evidenziano l’ampiezza e la gravità della manovra politica inaugurata con il colpo di mano del funesto dicembre 2007. In sette anni… si sono tentate tutte ma bisogna riconoscere che “quel” danno non si è potuto riparare. (fdm)

 

Appena qualche anno fa, quindi non nell’alto Medioevo, l’allora ministro delle finanze svizzero Merz assicurava che “il segreto bancario non è negoziabile”. L’ultima dichiarazione del Consiglio federale al proposito annuncia invece lo scambio automatico d’informazioni entro il 2017- 2018. Sono bastati pochi anni perché un Consiglio federale fermo solo nel cedimento [nel classico concetto di “fermezza nel cedimento” si uniscono Lorenzo Quadri e il nostro fedele collaboratore ospite e amico Gianfranco Soldati] – aiutato dalle grandi banche “svizzere” per le quali la Svizzera è tuttavia solo un tassello sacrificabile sull’altare di più redditizi mercati – capovolgesse completamente lo scenario.

Nella “discesa agli inferi” che ha portato allo smantellamento del segreto bancario in un battibaleno (se si considerano i normali tempi della politica), con conseguenze drammatiche per la nostra piazza finanziaria, si segnala il Diktat FATCA. Impostoci dagli USA in violazione della nostra sovranità territoriale, esso priva del diritto alla privacy bancaria non solo cittadini americani con conti svizzeri, ma anche persone con essi relazionate.

Berna non ha mancato di concedere a Washington di tutto e di più, “perché gli USA sono più grandi”. Un atteggiamento che non mancherà di suscitare appetiti di ogni genere. Anche al di fuori dell’ambito finanziario.

Eppure lo stesso FATCA, venduto come indispensabile e sicuro come un comandamento scolpito nella pietra, traballa. E traballa proprio a casa sua: negli USA. Alla destra statunitense l’accordo non va giù. L’Associazione Repubblicani Oltreoceano ha dato mandato a un noto costituzionalista, James Bopp, di trovare il mezzo per invalidare FATCA. Un interessante articolo pubblicato sull’Agefi del 9 ottobre fa il punto della situazione.

Secondo Bopp, che per svolgere il proprio incarico ha iniziato una tournée in Europa – ad inizio ottobre era a Ginevra – gli accordi FATCA sono anticostituzionali, poiché violano almeno in tre punti la Carta fondamentale americana. Prima di tutto per quel che riguarda la convalida degli accordi: la Costituzione USA prevede che i trattati internazionali siano ratificati dal Senato a maggioranza di due terzi, ciò che non è avvenuto con FATCA. Violata pure la tutela della sfera privata e il principio della proporzionalità, dal momento che il Diktat minaccia, in caso di fronde fiscale, la confisca della metà del patrimonio del reo.

Secondo Bopp, inoltre, l’obbligo fatto a banche estere, comprese quelle elvetiche, di trasmettere tutti i dati dei clienti americani compresi quelli in regola, è illegale: l’amministrazione americana può chiedere informazioni solo sulla base di sospetti concreti e corroborati da un’inchiesta.

Pure censurate le conseguenze di FATCA per i congiunti non statunitensi di cittadini USA, la cui esistenza viene “gravemente alterata sul piano sia personale che professionale”.

Inoltre, prosegue l’esperto, il sistema fiscale americano è così complesso che è facile sbagliare. E chi sbaglia viene trattato, a seguito di FATCA, come un delinquente. Poiché per essere sicuri di fare tutto in ordine occorre farsi consigliare da uno specialista e questi specialisti costano parecchio e quindi sono alla portata solo degli abbienti, FATCA avvantaggia i più ricchi e discrimina i redditi modesti.

Ora, è ovvio che lo scopo di queste ricerche è di giungere ad un risultato concreto. Ossia denunciare l’accordo FATCA davanti ad un tribunale USA. E Bopp garantisce: “allestiremo il dossier ed adiremo la corte entro fine anno”. L’obiettivo del Comitato nazionale repubblicano è infatti l’abrogazione di FATCA. Che, a dipendenza della scelta fatta dai giudici, potrebbe essere sospeso già all’inizio della casua.

Quell’accordo vendutoci dalla ministra del 5% Widmer Schlumpf come ineluttabile, è dunque destinato a durare lo spazio di un mattino? Potrebbe anche accadere. Definitivo è invece il danno arrecato alla piazza finanziaria svizzera. Danno cui l’eventuale affossamento di FATCA in patria aggiungerebbe un’amara beffa. Oltre che il suggello definitivo all’incapacità di chi avrebbe dovuto difendere le nostre posizioni. Ma non l’ha fatto.

Lorenzo Quadri, consigliere nazionale, Lega dei Ticinesi